Il voto greco che ha portato i moderati di Nuova Democrazia alla
maggioranza relativa, guadagnando un bonus di 50 seggi, ci regala
qualche breve lezione per il futuro. Italiano ed europeo.
PRIMA,
Non è vero, come è accaduto in Grecia, che le forti proteste non
incidono sul quadro politico istituzionale. In tre anni Pasok e Nuova
democrazia sono passate da una percentuale vicina all'80 per cento a
poco più del 40. Da partiti alternativi sono stati costretti a
coalizzarsi contro il resto della società greca. Oggi in Grecia la
rappresentanza politica antiausterità è attorno al 50 per cento dei
voti.
SECONDA, non è vero che alle elezioni i premi di
maggioranza garantiscono la governabilità e sono politicamente neutri.
Con una legge simile a quella studiata da Violante mesi fa, uno dei due
ex partiti reciprocamente alternativi entro schemi di compatibilità
sistemica (Nuova Democrazia) ha guadagnato il bonus e si è potuto
permettere di attirare in una alleanza l'ex avversario (il Pasok). In
Italia questo esempio potrebbe dire qualcosa.
TERZA, I governi
neoliberisti e i media europei influiscono sul voto degli altri paesi
mentre le sinistre no. La Merkel si è augurata, prima delle elezioni,
una vittoria di Nuova Democrazia, i media europei (per tacere di quelli
italiani) hanno presentato una eventuale vittoria di Syriza come il
caos. Tirando la volata ai grandi fondi speculativi per un'eventuale
affossamento di ciò che resta della Grecia. Le sinistre europee, quelle
italiane in testa, non hanno fatto presenza nello spazio comunicativo
continentale. Quando si vota in un paese che si sente isolato, tutto
questo conta e sposta voti. Per esempio, era così impossibile per
Vendola, Landini, die Linke, Front de Gauche andare in Grecia a non far
sentire solo Tsipras? Provincialismo delle sinistre e
internazionalizzazione del capitale producono un flusso di opinione
pubblica che qualche voto decisivo, per la destra, lo sposta.
QUARTA.
Il neoliberismo in Grecia si aggrappa a residui di consenso e di
clientelismo. In Grecia la chiesa ortodossa non paga un'euro di tasse, i
partiti ex sistemici hanno un residuo di clientele e favoritismi e
tutto questo conta. Poi in Grecia c'è stata una spaccatura generazionale
marcata. Giovani contro ND e Pasok, generazioni più mature, specie meno
scoperte dalla crisi, a favore dei due partiti ex sistemici. La BBC, ad
esempio, ha aperto un servizio su Nuova Democrazia come un partito
sostanzialmente di anziani. Su questo genere di elettorato, facilmente
strumentalizzabile nella crisi e incline ad ancorarsi a vecchie
soluzioni, si basa molto del consenso liberista europeo. In un
continente che invecchia, puntare solo al giovanilismo politico può
essere un errore.
QUINTA. I mantra della propaganda neoliberista
devono essere smontati. L'euro ha fatto rinascere i nazionalismi,
dividendo un continente tra nazioni e partiti nazionali come mai prima
della caduta del muro. Una moneta non è un continente e si vede. E
soprattutto il continente può vivere benissimo senza una moneta
neoliberista. Il terrorismo che vive dello slogan euro=europa=pace e
stabilità è un dispositivo orwelliano che va saputo ancora smontare.
SESTA.
I governi neoliberali, come abbiamo visto in Grecia, perdono anche metà
dei consensi in pochi anni. L'alternativa può crescere anche
velocemente, come ha fatto Syriza, ma non sostuisce il vecchio in tempo
reale. Questo per capire, specie in Italia, che nessun cartello
elettorale (per quanto auspicabile come Syriza) può egemonizzare o
addirittura esaurire lo spazio del politico. Per delle sinistre italiane
in declino, drogate di opinione pubblica come spazio prevalente del
politico, minimaliste emerge un doppio classico problema (il governo e
il movimento). A dimostrazione che la storia presenta sempre il conto di
tutto ciò che è stato rimosso dalle generazioni precedenti. Hic Rhodus
hic salta.
SETTIMA. Lo spazio politico tedesco è centrale, quanto
la politica nazionale di ogni singolo paese, per il presente e il
futuro dell'Europa. Oggi abbiamo una portavoce dei verdi che, a
proposito della Grecia, parla come un'ultraliberista, il partito dei
pirati che cresce (molto) come se esistesse solo la Germania, la Linke
in crisi, la Spd pronta ad un prossimo governo di grande coalizione
della Merkel. Sono tutte pessime notizie: altro che primarie e
candidati, un'offensiva diplomatica verso lo spazio politico tedesco è
qualcosa di vitale per ogni spazio politico nazionale, vista
l'importanza della Germania.
Infine, complimenti ad Alexis
Tsipras. Nessuno rimuove i difetti, i problemi, le aporie di una
esperienza come Syriza. Ma Tsipras e Syriza hanno mostrato una dote
sconosciuta alla politica attuale delle sinistre del continente: il
coraggio. Un coraggio non certo irresponsabile e romantico ma tutto
politico. Un coraggio che ha coalizzato attorno a sé la voglia di futuro
di una parte significativa e giovane della Grecia. Un esempio per
guardare positivamente alla dissoluzione della attuale sinistra italiana
decadente e ruffiana, incapace di staccarsi dal Pasok italiano (il Pd).
E chissà se stavolta Leonida non torni a casa da vincitore.
per Senza Soste, nique la police
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