Una
storia fatta di sottovalutazioni e ritardi, tanto che la popolazione è
venuta a sapere di questo incidente solo due settimane dopo. Le
istituzioni coinvolte, dalla Capitaneria di Porto, al Comune, alla
Provincia e all'Arpat, hanno immediatamente operato per scaricarsi
addosso responsabilità quando non hanno minimizzato l'accaduto coperti dai media locali.
Durante
il Consiglio Comunale del 17 gennaio, parlando del contenuto dei bidoni
finiti in mare un mese prima, il sindaco Cosimi affermò che se questo
“va a contatto con l’acqua, essendo materiale granulare, per entrare
nella catena alimentare ci vuole cinque anni, ammesso che ci possa mai
entrare”.
Intanto una parte di
associazioni ecologiste, partiti e movimenti intrapresero una
mobilitazione dal basso, anche se purtroppo insufficiente e osteggiata
da media locali e istituzioni, e si iniziò a parlare di disastro
ambientale. Sono stati fatti presidi, manifestazioni, video di denuncia, inchieste (fra cui quella di Senza Soste con l'intervista shock a a un pescatore), sono stati svelati documenti (come i fax inviati dalla Capitaneria al Comune di Livorno) e piano piano i reali pericoli di questo disastro sono venuti fuori.
Negli
ultimi 2 mesi è cambiata la linea editoriale del Tirreno, sono cambiati
i toni dell'arrogante assessore all'ambiente Grassi e addirittura
"cittadini" vicini alle istituzioni (un giornalista di una emittente
locale organica ai poteri locali, un ex superdirigente del comune ora in
pensione, un ex partigiano organico al Pci, al Pds, ai Ds e ora al Pd,
il portavoce della lista civetta che ha fatto vincere Cosimi al primo
turno e un ex anarchico ora in Cgil) hanno iniziato a raccogliere delle
firme. Un cambiamento di atteggiamento e un interesse fuori tempo
massimo con molti bidoni che ormai sono aperti e le navi che stanno
cercando di riportarli a galla che hanno già dichiarato che 102 bidoni
non sono stati individuati e sarà difficilissimo individuarli. Qualcuno
sembra che voglia ora lavarsi la coscienza e raccontare una storia
diversa. Ci vengono in mente, pertanto, due domande da fare:
1)
Non sarà che qualcuno sta cercando di separare la responsabilità del
Comune da quella della Capitaneria proprio prevedendo di portare le
firme alla Capitaneria? 2) Non sarà che il disastro è davvero annunciato
e questo risveglio tardivo arriva proprio per venire incontro al
Comune?
E allora noi la ripercorriamo
attraverso i nostri articoli che raccontano di una miriade di appelli e
iniziative con in testa l'associazione ecologista Vertenza Livorno e
che riportano a galla la verità e chiarisce "chi diceva cosa" in quei
mesi dove la parola d'ordine nelle istituzioni era "minimizzare". red. 17 giugno 2012
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Fonte
A Livorno c'è ancora gente con le palle.
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