I riflettori sono tutti puntati su di lui e sulla macchina comunale che aspetta di ripartire. Ma Federico Pizzarotti, il nuovo sindaco di Parma del Movimento 5 stelle,
schiva flash e taccuini dei giornalisti che lo assediano sotto il
Comune per buttarsi a capofitto negli impegni istituzionali. Poco
importa se c’è chi grida allo scandalo perché a quasi tre settimane
dalla sua nomina ha presentato solo un assessore. “Non è facile
scegliere le persone con le giuste competenze – spiega a chi gli fa
notare il ritardo – abbiamo selezionato centinaia di curricula ed è
necessario anche incontrare i possibili assessori, che devono avere,
oltre che le competenze tecniche, anche caratteristiche personali
compatibili con i principi del Movimento, e possibilmente dovrebbero
anche andare d’accordo con me e la mia squadra”.
I colloqui, le
convocazioni e le discussioni tra i Cinque stelle sono proseguiti a
ritmo serrato dai primi giorni dall’elezione di Pizzarotti. Ma ad oggi
l’unico assessore certo è Gino Capelli, a cui è stata
affidata la delicata delega al Bilancio. La nomina è avvenuta lunedì a
porte chiuse, con una comunicazione via streaming del sindaco sul canale
YouTube del Comune. E da allora è calato di nuovo il
massimo riserbo sugli altri sei membri della giunta. Mistero che però
dovrebbe essere svelato domani, in una conferenza stampa convocata dal
sindaco stesso per snocciolare almeno altri tre nomi e rispondere ai
tanti dubbi che hanno assillato in questi giorni, più che i cittadini,
la stampa locale e nazionale. Una rivoluzione annunciata finita nel
pantano? “Non direi – risponde Nicoletta Paci,
consigliera a Cinque stelle in pole position per il ruolo di vicesindaco
– La rivoluzione è proprio il fatto che, a differenza degli altri
partiti, non avevamo già poltrone pronte da spartire con gli amici o per
ricambiare favori”.
Tra i papabili di cui si è parlato nelle ultime ore ci sono Gabriele Folli dell’associazione Gestione corretta rifiuti per la delega all’Ambiente, insieme ai due avvocati no termo Arrigo Allegri e Pietro De Angelis, mentre a Cristiano Casa,
presidente di Centopercento Pmi, dovrebbe andare l’assessorato alle
Attività produttive. Tante le proposte per il settore Cultura, in cui al
primo posto risulterebbe il nome di Roberto De Lellis,
docente universitario e ex direttore del Teatro delle Briciole. In
lizza con lui anche l’ex soprintendente ai Beni culturali Lucia Fornari
Schianchi, la direttrice artistica della Fondazione Teatro Due Paola
Donati e Mario Mascitelli, del Teatro del Cerchio. “I nomi sono
praticamente pronti – assicura Pizzarotti – dovete solo aspettare
l’annuncio”.
E pronti e già al lavoro sarebbero anche i consulenti
esterni gratuiti, che in molti nelle ultime settimane davano già per
persi. A garantirlo è stata proprio una di loro, l’economista
internazionale Loretta Napoleoni, che pochi giorni fa su Twitter se la
prendeva con un articolo del Corriere della Sera: “La cattiva
informazione del Corriere: ieri noi consulenti ci siamo incontrati a
Parma con Pizzarotti!”. Con lei in pista ci sarebbero anche Maurizio Pallante
(esperto di tecnologie ambientali) e Pierluigi Paoletti (analista
finanziario), tutti pronti a dare una mano ai Cinque stelle e al
“laboratorio Parma”, in cui tutti, anche i cittadini, sono chiamati a
contribuire alla vita politica e amministrativa della città.
Gli esterni però finiscono ai consulenti. Almeno per il momento è archiviata la questione Valentino Tavolazzi,
ex esponente del Movimento 5 stelle espulso da Grillo che sarebbe stato
chiamato in un primo momento da Pizzarotti e i suoi per il ruolo di
direttore generale del Comune. La cosa aveva mandato su tutte le furie Beppe Grillo e ancora di più Gianroberto Casaleggio,
considerato il deus ex machina del Movimento, al punto che ad appena
tre giorni dalla vittoria già si parlava di spaccatura tra il sindaco
parmigiano e il leader dei Cinque stelle. Con il passare dei giorni però
la crisi sarebbe rientrata con la retromarcia sulla nomina del
direttore generale, e in particolare su Tavolazzi. Molteplici i motivi
addotti: mancanza del ruolo nella pianta organica del Comune, competenze
inadeguate e infine budget limitato per una figura esterna. Che sia la
verità o solo scuse, la realtà dei fatti è che il ferrarese Tavolazzi a
Parma probabilmente non metterà piede.
Intanto in città tutti attendono un segnale dal Municipio. Dopo la relazione del commissario Mario Ciclosi
sui debiti del Comune, che ammonterebbero a 846 milioni di euro,
Pizzarotti ha incontrato l’ad di Cariparma Crédit Agricole Gianpiero
Maioli per fare il punto sulla situazione delle casse comunali e su
possibili finanziamenti. Per il sindaco 24 ore non bastano per gli
impegni, figuriamoci per i pensieri: gli Industriali hanno chiesto che
il Comune saldi i debiti con le aziende con la massima urgenza, e in
fila davanti ai Portici del grano si accumulano i problemi,
dall’inceneritore ai cantieri bloccati. Tutti pendono dalle labbra di
Pizzarotti, mentre la sua squadra lavora instancabile su diversi fronti,
designando intanto il giovane Marco Bosi, 25enne record di preferenze,
come capogruppo in consiglio. Ancora incerto il ruolo di presidente, che
si contenderebbero Marco Vagnozzi, Patrizia Ageno e Fabrizio Savani. Le
scelte non sono ancora del tutto definite, ma il tempo stringe.
Del resto, anche nel Pd, dopo la sconfitta, non si è ancora riuscito a decidere un bel niente. Il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli,
dopo che la sua ascesa al Municipio è stata bloccata dall’avversario
Cinque stelle, si è chiuso nel silenzio e non ha ancora comunicato cosa
farà. Accetterà di sedere tra i banchi dell’opposizione in consiglio
comunale o continuerà a rimanere semplicemente presidente della
Provincia? E chi sarà il capogruppo dell’opposizione? A contendersi il
titolo per ora sono Nicola Dall’Olio (indicato anche da Bernazzoli) e
Massimo Iotti, già attivo nell’ex minoranza.
Mentre le risposte
scarseggiano e si dilatano le attese, l’unica cosa certa è che il count
down è cominciato, per vincitori e vinti. Alla prima seduta di consiglio
fissata il 14 di giugno tutti i nodi verranno al pettine. E anche tutti
i nomi di assessori, consiglieri e controconsiglieri.
Fonte
Di questo passo diventeranno dei Cioccolatai a 5 Stelle, con buona pace di qualunque buon proposito iniziale.
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