La fantomatica lettera scritta da Jean Claude Trichet e Mario Draghi,
rispettivamente attuale e futuro presidente del consiglio direttivo
della Bce, che ha infiammato il dibattito estivo, esiste. Ne è entrato
in possesso il Corriere della Sera che ha pubblicato oggi l'originale in inglese e una traduzione in italiano.
Si tratta della lettera, datata 5 agosto, con la quale il vertice della Bce avrebbe suggerito integrazioni alla manovra finanziaria al governo di Silvio Berlusconi.
È un testo breve, diviso in tre sezioni. "Il Governo italiano ha deciso
di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di
recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma
non sufficienti", si legge nel testo.
Il Consiglio direttivo suggerisce al governo una "radicale e credibile strategia di riforme,
inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei
servizi professionali", "di riformare ulteriormente il sistema di
contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello
d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle
esigenze specifiche delle aziende", con la precisazione che l'accordo
siglato il 28 giugno tra le parti sociali va in questa direzione; il
governo, inoltre,"dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti".
Seguono misure per "assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche",
con un preciso riferimento a una riforma del "sistema pensionistico,
rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di
anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato
rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico" e
la raccomandazione di procedere ad uno snellimento dell'amministrazione,
con "l'eliminazione di strati amministrativi intermedi, come le
province" e l'introduzione di un coefficiente di performance per i
dipendenti pubblici, soprattutto "nei sistemi sanitario, giudiziario e
dell'istruzione".
Fonte.
La "fortuna" di esserci impantanati nella palude unitaria europea sta tutta nel contenuto di questa famigerata lettera. Sempre le medesime soluzioni (del cazzo) da parte di queste sedicenti cassandre dell'economia, che negli ultimi 30anni, tutto hanno fatto, tranne migliorare la vita alla gente.
Attendo con ansia la prossima svendita di patrimonio e diritti nazionali in favore del privato, sono curioso di vedere chi la porrà in essere e come reagirà la gente.
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