Pochi cazzi, quando sì cerca un po' di sana, gagliarda cagnara non c'è niente di meglio dei Sodom anni '90, alla faccia di tutti quei finocchi che passarono dai giubbotti toppati alle camicie di flanella al primo soffio di vento proveniente da Seattle.
Introduzione delirante a parte, sono qui per vomitare un po' di schifo a seguito delle ennesime stronzate uscite dalla bocca dalla nostra classe politica.
Sì parte martedì 13 con la nuova stagione di Ballarò e la visione di Bersani che ride fintamente divertito alle battute di Crozza sul PD e il caso Penati, come se il salumiere piacentino non fosse il segretario del medesimo "partito" sputtanato.
Ha fatto più bella figura Alfano ribadendo con coerenza a mezzo delle sue espressioni da leso, d'essere uno schifo d'uomo.
Sì prosegue giovedì 15 con il libertario del futuro Fini che su 8 e mezzo, col consueto aplomb che lo contraddistingue (e gli fa fare sempre un figurone, lo ammetto), scarica la consueta vagonata di merda sul Governo, dispensando successivamente perle di saggezza in merito alla necessità di una nuova legge elettorale, alla fiducia nella giustizia e alla necessità di un patto generazionale che nella sua mente si concretizza nell'innalzamento dell'età pensionabile per consegnare un futuro più sereno e certo ai giovani. Un delirio di cazzate profuso con una pacatezza ed esaustività così spiazzante da eliminare ogni diritto di replica ai conduttori in studio, che per altro non la esercitano mai un po' per connivenza, un po' per incapacità.
Chiusa anche questa vetrina politica (i programmi di "approfondimento" di Floris e Gruber dovrebbero essere considerati spot elettorali, non informazione giornalistica) è il turno di un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano, in cui viene dato spazio alle dichiarazioni rilasciate da Napolitano in visita ufficiale in Romania circa la crisi e la necessità di comportamenti adeguati d aparte di tutti per riguadagnare la fiducia del mercato.
Le poche righe che compongono l'articolo meritano d'essere lette tutte d'un fiato per massimizzare l'effetto vomito nei confronti di questo trombone allampanato che richiama al dovere l'Italia stringendo le mani degli imprenditori che hanno delocalizzato in Romania e "riflettendo" sulle storture targate anni '70 e '80 che hanno portato il Paese ad accumulare 1900 miliardi di Euro di debito pubblico.
Da notare la totale assenza di critica nell'esporre le parole di Napolitano, trattato con trasversalità assoluta (sia politica sia mediatica) come una sorta d'oracolo ricolmo di saggezza, dimenticando che questo parassita della politica, fin dai tempi della militanza nel PCI (a cui è approdato proveniendo direttamente dai Gruppi Universitari Fascisti...) ha strizzato più di un occhio nei confronti della politica "spregiudicata" dei socialisti di Craxi e sosteneva la necessità per il PCI di meglio integrarsi con il capitalismo rampante di quegli anni che di fatto fu l'anticamera dello sfacio socio-economico che viviamo oggi.
Mi domando quanto tempo ancora bisognerà attendere prima di vedere questi paraculi fuori da coglioni della vita pubblica del Paese.
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