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16/10/2011

Dopo che si fa?

In questi giorni c'è aria di arrocco, di Pallacorda, di Aventino. In un Parlamento mezzo vuoto il Presidente del Consiglio spiega le sue ragioni. Fuori, l'opposizione, che spera: il governo cadrà? Non cadrà? Non importa come sia andata a finire. Stiamo solo perdendo tempo. E occasioni.

Un governo regge fino a quando ha la maggioranza. Se compra i voti a suon di corruzione fa un reato. Qualcosa che, in politica, credo abbiamo visto da sempre. Ma l'opposizione che fa? Aspetta, spera, che già il sole si avvicina. Prima o poi, come tutte le cose di questo mondo, anche il governo Berlusconi finirà. Chissà a che prezzo, certo. Speriamo sia il prima possibile, al prezzo inferiore. Ma quel giorno finamente cambieremo. Ecco, il punto: cambieremo... in che direzione?

Non mi risulta che in questi ultimi decenni gli intellettuali, i filosofi, gli economisti, gli uomini di cultura, di scienza, abbiano elaborato un nuovo modello, le tracce di fondo per un nuovo sistema. In questo hanno mancato la loro missione fondamentale, storica, naturale. Comunismo e Capitalismo sono falliti. Erano stati pensati, teorizzati, progettati, e l'umanità si è avvalsa di quei pensieri tentando. Dopo i secoli della monarchia e della tirannia, hanno costituito una speranza. Hanno prodotto qualcosa, ma molto hanno distrutto. I due grandi pensieri del Novecento sono entrambi, pur in tempi diversi, falliti. Oggi ne subiamo le tristi conseguenze. Ebbene, che sistema pensiamo, allora, per il presente e il futuro? Silenzio...

Io non so ancora cosa pensa il PD, la sinistra in generale, sulla necessità di decrescere, di abbattere il consumismo, di ridurre l'impatto con l'ambiente, o sulle coppie di fatto, sul nucleare, sulla procreazione assistita e le coppie gay. E' mai possibile? Non so cosa pensa la sinistra di un nuovo mondo da realizzare, fatto di lotta alla schiavitù del lavoro, fatto di tetto ai megastipendi, fatto di rifocalizzazione del Paese sulla cultura, la creatività, la ricerca, il turismo, invece che sulla produzione di automobili con cui rimpinzare le famiglie indebitandole sempre più. Non ho mai sentito parlare la sinistra di un grande progetto edilizio per recuperare i borghi antichi del Paese, cosa che farebbe lavorare milioni di persone per decenni, risolvendo il problema della disoccupazione e della crescita del PIL. Non ho mai sentito fare programmi per ripulire il Paese, sporco e malandato, le spiagge, impraticabili, i mari, ormai distrutti, e predisporci a diventare il Paese leader nell'accoglienza e nel turismo. Non so perché la sinistra parli dell'esigenza di far riprendere i consumi e la produzione, perché questo è quello che dice la destra, che ha sempre detto il potere, e che serve a cloroformizzare e schiavizzare tutti, a renderli preda del debito, tutti a lamentarsi e poi in fila da Abercrombie & Fitch.

Insomma, io aspetto la caduta del governo Berlusconi come pochi altri, ma sono inquieto. Invece che stare come avvoltoi accanto alla bara, che tanto non serve a velocizzare la fine, bisognerebbe che l'opposizione andasse a lavorare. E il suo lavoro, il suo compito, oltre a quello tradizionale parlamentare, è quello politico di pensare come cambiare, studiare un nuovo modello capace di mettere insieme, almeno, il meglio del comunismo e del capitalismo, sistemi ormai falliti. Il suo lavoro è dare a noi la speranza che potremo cambiare direzione, chiunque governi. Così, invece, sappiamo bene che, chiunque venga dopo Berlusconi, noi continueremo nella direzione sbagliata. Non abbiamo bisogno di guide migliori nella direzione sbagliata, ma di direzioni giuste. Possibilmente con buone guide

Fonte.

Io sono convinto che mai (diciamo "difficilmente" via...) i cambiamenti sono migliorativi per davvero, ma ogni tanto un po' di positivismo ci vuole.

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