A 24 ore dal lancio di iPhone 4S, il nuovo prodotto di punta per il mercato smartphone marchiato Apple, giunge l'annuncio della morte di Steve Jobs.
Inutile spendere parole circa la biografia del personaggio che ha legato indissolubilmente il proprio nome al marchio tecnologico più in voga di quest'ultimo decennio. Altrettanto inutile speculare, come fanno detrattori e sostenitori sfegatati, sul futuro dell'azienda dopo la definitiva uscita di scena del suo principale mentore.
Curioso, invece, notare come tutte le pagine (quanto meno virtuali) dei media generalisti stiano dedicando titoloni da notizia del secolo alla dipartita dell'ex amministratore delegato di Cupertino, incensando la sua opera probabilmente oltre l'effettivo valore della stessa.
Senza voler entrare nel merito della bontà dell'ecosistema Apple trovo pretestuoso dipingere Jobs come un visionario innovatore, arrivando agli appellativi di grande uomo e miglioratore del mondo.
Anche davanti alla morte di un personaggio dall'indubbio spessore tecnico ma soprattutto manageriale e pubblicitario, sarebbe comunque il caso di tenere ben a mente che a muovere le sue scelte, oltre alla prospettiva visionaria (se Jobs era visionario, Tesla era un alieno!), vi era soprattutto e banalmente quella del profitto, rimpinguato anche a scapito di quei lavoratori sfruttati come bestie per consentire a nerd e fighetti di trovare sugli scaffali dei negozi i prodotti scintillanti di un'azienda che più di ogni altra lucra sul sistema produttivo globalizzato.
Archiviato il momento di cordoglio più o meno sincero il palco sarà tutto per Tim Cook, cui spetta il ruolo di traghettare la mela nell'era post Jobs.
A dispetto delle spaventose cifre relative alla capitalizzazione borsistica di Apple, la strada per il nuovo amministratore delegato non sarà facile da percorrere. Le prime avvisaglie in tal senso sono giunte proprio all'indomani del lancio di iPhone 4S, che nonostante numerose novità sotto la scocca (sia a livello hardware che di software/servizi) ha lasciato l'amaro in bocca ai fedeli della mela in attesa di ben altre "rivoluzioni", in particolare a livello estetico.
Lo scontento di queste ore a mio parere potrebbe essere il preludio a una sorta di contrappasso per l'azienda informatica che negli ultimi 10 anni ha puntato, più di qualsiasi competitore, sulla forma piuttosto che la "mera" sostanza dei prodotti.
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