La riunione del Consiglio Nato-Russia a Bruxelles non ha appianato le “forti divergenze” sull’Ucraina e l’espansione a est. L’Alleanza atlantica si è detta disponibile ad altri incontri perché “il rischio di un conflitto armato in Europa è molto concreto e bisogna prevenirlo”. Mosca ha preso tempo per decidere e poi rispondere.
Ma è evidente che la Nato sta giocando con il fuoco, anche perché sul tavolo, oltre l’Ucraina, ha messo anche altri due paesi oggetto di contenziosi come la Georgia e la Moldavia.
La prima nel 2008 aggredì militarmente le piccole repubbliche indipendenti dell’Ossezia del Sud e dell’Abkazia che chiesero l’aiuto della Russia e respinsero l’attacco della Georgia. Quest’ultima, essendo solo partner ma non ancora membro della Nato, si appellò al’art.5 chiedendo l’intervento militare europeo e statunitense contro la Russia.
Gli Usa erano disponibili ma gli europei risposero “picche” e la crisi georgiana evidenziò per la prima volta a livello mondiale le crescenti divergenze dentro la Nato.
In Moldavia la Nato pretende l’annessione della Transnistria, praticamente una enclave indipendente governata dagli ex militari sovietici rimasti su quel territorio dopo la dissoluzione dell’URSS e costituitisi come entità a sé.
Attualmente l’Ucraina, come la Georgia, è un paese “partner” della NATO. Ciò significa che gode di un rapporto di vicinanza e di vari benefici, ma non dei diritti dei membri a pieno titolo, compreso il decisivo Art.5 del Trattato NATO, che obbliga i componenti dell’alleanza ad andare in soccorso dei propri alleati in caso di aggressione.
La Nato pretende che Mosca ritiri le sue truppe da Ucraina, Georgia e Moldavia e che non ponga veti sulle future adesioni all’Alleanza nè tanto meno si intrometta su dove le potenze occidentali ritengono di dover schierare le proprie forze militari (ma pretende di decidere su dove e come la Russia debba schierare le truppe entro i propri stessi confini, ndr).
La Russia al contrario ha chiesto alla Nato di escludere nuovi membri come Ucraina, Georgia o Finlandia sul fronte orientale, e vuole delle limitazioni agli schieramenti dell’Alleanza nei paesi dell’Est come la Polonia e gli Stati baltici che hanno aderito alla Nato dopo la Guerra Fredda.
“Gli alleati della Nato sono pronti a impegnarsi in un dialogo con la Russia, ma non scenderemo a compromessi sui principi fondamentali. Non scenderemo a compromessi sulla sovranità e l’integrità territoriale di ogni nazione in Europa, e non scenderemo a compromessi sul diritto di tutti i Paesi di fare, di scegliere la propria strada, compreso il tipo di accordi di sicurezza di cui vogliono far parte, e non scenderemo a compromessi sul diritto degli Alleati di proteggersi e difendersi a vicenda“, ha affermato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
La Nato ha invitato la delegazione russa a discutere con Putin ed esaminare con lui le proposte per un futuro colloquio.
La delegazione di Mosca ha confermato la franchezza della Nato nel dialogo ma denuncia la sua incoscienza nelle azioni. “Col suo comportamento, la Nato sta creando rischi inaccettabili per la Russia“, ha giudicato il vice ministro degli Esteri russo, Aleksander Grushko, capo della delegazione russa al Consiglio Nato-Russia.
“Non abbiamo un’agenda comune nelle aree di comune interesse“, ha poi aggiunto il diplomatico che si è detto preoccupato di “un ritorno alla Guerra fredda“.
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