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25/01/2022

Piccolo contributo al ragionamento sull’alternanza scuola-lavoro

di Pietro Cataldi, docente presso l'Università per Stranieri di Siena

1. Gran parte dei lavori (soprattutto manuali) si imparano rapidamente nella loro specificità, e dunque ha poco senso un contatto precoce con essi.

2. La rapida trasformazione delle forme di lavoro rende questo contatto spesso ancora più inutile.

3. Il tempo sottratto alla formazione di base è invece un sicuro danno alla formazione di cittadini/e di un mondo complesso.

4. C’è poi un’ideologia implicita sottesa all’alternanza: la subordinazione della formazione scolastica al mondo del lavoro, mostruosa perversione dei fini formativi (la scuola forma persone e cittadini/e, che saranno anche lavoratori/lavoratrici).

5. L’alternanza abitua allo sfruttamento perché è lavoro non retribuito, ed è dunque diseducativa.

6. La mancanza di lavoro e la sua precarizzazione rende l’alternanza una beffa: simula una centralità del lavoro come valore anziché come variabile del profitto.

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