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19/01/2022

Quando i borghesi devono ammettere le potenzialità del vaccino cubano

Prima Il Sole 24 Ore, poi addirittura il Corriere della Sera, negli ultimi giorni hanno scoperto che il vaccino – o meglio: i vaccini – prodotti da Cuba sono efficaci e potrebbero contribuire alla copertura vaccinale dei paesi in via di sviluppo che il monopolio privato dei brevetti da parte di Big Pharma sta impedendo ormai da un anno.

Tutti e cinque i vaccini sviluppati da Cuba (tra cui Abdala, Soberana 02 e Soberana Plus) sono vaccini a subunità proteica, cioè usano “composti proteici” del coronavirus. Un altro vaccino di questo tipo è lo statunitense Novavax già approvato dall’Agenzia Europea del Farmaco (EFA), mentre sui vaccini cubani sia l’Efa che l’Oms continuano a mettere barriere e ad impedirne l’utilizzo a livello internazionale. Inutile sottolineare come dietro questo ostracismo ci siano molti fattori più geopolitici che scientifici.

Secondo il network televisivo CNBC, “i vaccini cubani sono economici da produrre, possono essere fabbricati su vasta scala e non richiedono il congelamento profondo. Ciò ha spinto i funzionari della sanità internazionale a parlare di questi vaccini come di una potenziale fonte di speranza per il Sud globale, dove persistono bassi tassi di vaccinazione, mentre circa il 70% delle persone nell’Unione europea sono state completamente vaccinate, meno del 10% della popolazione africana è stata completamente vaccinata”.

Il Corriere della Sera scrive che i vaccini a subunità proteica richiedono più tempo per essere fabbricati rispetto a quelli a Rna messaggero. Inoltre sono stati testati in meno Paesi, visto l’isolamento politico (e l’embargo americano) di cui soffre Cuba. Anche per questo la sperimentazione medica ha richiesto più tempo. Sullo stesso Corriere della Sera qualche giorno prima era stato lo stesso ricercatore italiano a Cuba, Fabrizio Chiodo, a spiegarlo in modo chiarissimo.

Intanto però l’Istituto cubano Finlay ha dichiarato che entro aprile presenterà tutti i dati e i documenti necessari all’approvazione da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità. Gli epidemiologi cubani, riporta Reuters, hanno accusato l’Oms, che a dicembre stava valutando gli impianti farmaceutici cubani, di ritardare il processo di approvazione richiedendo standard industriali “da primo mondo”, inarrivabili per un Paese a basso reddito

Cuba ha già iniziato a esportare il vaccino Abdala in Vietnam ed è stato per ora autorizzato dal Messico dove dovrebbe essere esportato già quest’anno.

È il quotidiano economico della Confindustria a scrivere qualche giorno fa che “quella di Cuba è una storia fatta di paradossi. Di vittorie incredibili e mancanze clamorose. E le cose non sono mai cambiate. Neanche oggi, che l’isola fa fatica a mantenere le luci accese, ma ha vaccinato più cittadini contro il Covid-19 di qualsiasi altra grande nazione al mondo” – sottolinea Il Sole 24 Ore“Più del 90% della popolazione cubana è stata vaccinata con almeno una dose di vaccini prodotti a L’Avana, mentre l’83% ha completato il ciclo con due dosi”.

Nella primavera del 2021 Cuba è diventato il Paese più piccolo al mondo a sviluppare e produrre con successo i propri vaccini anti-Covid, producendone addirittura due. Entrambi i vaccini hanno un’efficacia superiore al 90%, secondo gli studi clinici condotti dagli scienziati cubani. E grazie a questi vaccini i tassi di infezione sull’isola sono passati da quelli più alti dell’emisfero occidentale ai livelli bassissimi odierni. Lo scorso agosto, Cuba faceva registrare centinaia di decessi Covid a settimana; la settimana scorsa erano tre.

Il quotidiano economico lascia poi parlare alcuni esperti in materia. “Come nazione c’è la tendenza a diventare davvero bravi con le cose grandi e terribili nelle cose di tutti i giorni”, ha detto Hal Klepak, un docente di storia e strategia presso il Royal Military College of Canada. E coi vaccini sembra essere andata proprio così.

Adesso, con l’incognita Omicron (non ci sono veri studi sull’efficacia dei vaccini cubani contro questa variante), gli scienziati hanno iniziato a lavorare per aggiornare i loro vaccini, al pari dei colleghi americani ed europei. Nel frattempo, il Ministero della Salute Pubblica (a Cuba, opportunamente, si chiama così, ndr) sta accelerando con la campagna di richiamo, e punta a somministrare a quasi tutta la popolazione una dose extra di vaccino entro gennaio. “Sembra impossibile. Per questo Cuba può farcela” scrive Il Sole 24 Ore.

A livello politico e ideologico non lo ammetteranno mai, ma anche nel mondo capitalista qualcuno è costretto ad ammettere che il socialismo può produrre livelli superiori di scienza e di civiltà da socializzare al mondo, se non fosse costretto continuamente a guardarsi le spalle e fare i conti con il boicottaggio, le sanzioni e le poche risorse a disposizione. Un altro mondo deve diventare decisamente possibile, e necessario.

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