In una conferenza stampa alla Casa Bianca, Biden ha suscitato un vespaio rispondendo alle domande sullo stato della tensioni con la Russia sulla vicenda ucraina.
Rispondendo ad un giornalista che gli aveva chiesto di precisare le sue parole sulla crisi tra Russia e Ucraina, e il presidente Usa aveva risposto che: “Potrebbe esserci una piccola incursione e noi ci troveremmo a combattere tra ciò che va fatto e ciò che non va fatto”. Molti hanno inteso che questo significa che in caso di “piccola incursione” la risposta non sarebbe automatica. Ed è scoppiato il vespaio. L’Ucraina si è detto “scioccata” dalle parole di Joe Biden, riferisce la CNN, citando funzionari di Kiev che hanno letto nelle affermazioni del presidente americano un via libera alla Russia. È come se Washington avesse affermato pubblicamente di essere pronta ad “accettare” una “piccola incursione” russa oltre confine, senza sparare, che salvi l’immagine della Russia, ma non ad accettare una invasione” su larga scala, che implicherebbe una reazione della Nato.
Quando i giornalisti hanno chiesto di chiarire cosa intendesse per “incursione minore”, Biden ha detto di aver tracciato la linea rossa sullo scenario di “forze russe che attraversano il confine, uccidendo combattenti ucraini”. “Penso che questo cambi tutto”, ha detto il presidente Usa. “Ma dipende da quello che fa, fino a che punto otterremo un’unità totale sul fronte della NATO”. E questo ultimo dato sembra essere sfuggito a molti osservatori, anche perché lo stesso Biden ha dovuto ammettere che “È molto importante mantenere tutti nella NATO sulla stessa linea. Su questo sto spendendo molto tempo e ci sono differenze”, ha proseguito. “Ci sono differenze nella NATO su ciò che i paesi sono disposti a fare, a secondo di ciò che accade”.
Incalzata sul punto dai media, la Casa Bianca è stata costretta a precisare successivamente che “Il presidente Biden è stato chiaro con il presidente russo. Se le forze militari russe si muovono attraverso il confine ucraino, questa è una nuova invasione, e sarà accolta con una risposta rapida, severa e unita da parte degli Stati Uniti e dei nostri alleati”, ha scritto l’addetto stampa Jen Psaki in una dichiarazione dopo la conferenza stampa.
Prima del controverso messaggio in conferenza stampa, Biden si era abbandonato alla minacciosa retorica che ormai sentiamo da mesi: “Putin non ha mai visto le sanzioni che ho promesso io se si muoverà. Non credo che lui sia nelle condizioni migliori per dominare il mondo”. “Se faranno ciò di cui sono capaci con le forze ammassate al confine – aveva aggiunto – finirà per essere un disastro per la Russia”.
Il presidente USA ha ammesso anche la possibilità che possa esserci qualcosa di diverso da una – fantasiosa – invasione russa dell’Ucraina, come ad esempio un cyberattacco, ma ha voluto ribadire la compattezza della Nato. “Siamo tutti in sintonia – ha commentato – se succede qualcosa, se le forze russe attraverseranno il confine, uccidendo i combattenti ucraini, penso che tutto cambierà”.
Ma resta quel distinguo tra “incursione” e “invasione”, che ha fatto drizzare le antenne a Kiev.
Lo stesso Biden ha ammesso che la situazione potrebbe andare “fuori controllo”, ed ha rivelato la possibilità di un nuovo summit con Putin per disinnescare la crisi, arrivata ormai a un passo dall’epilogo militare. Ogni tentativo di mediazione verrà portato avanti, ma da ora in poi tutto è possibile. Venerdì il segretario di Stato Antony Blinken si vedrà, a Ginevra, con il suo omologo russo Sergei Lavrov, ma proprio sull’altro fronte Russia Today dà voce alle preoccupazioni su operazioni “false flag” al confine, con l’obiettivo di scatenare il possibile casus belli.
Secondo il network russo, commando ucraini addestrati dalla Gran Bretagna stanno pianificando una “serie di attacchi terroristici” nel Donbass da utilizzare come copertura per un’operazione sotto “falsa bandiera”.
Il portavoce della milizia locale delle repubbliche del Donbass e Lugansk, Eduard Basurin, ha dichiarato ieri che Kiev organizzerà una provocazione per accusare la Russia di invadere il Paese. Ha aggiunto di ritenere che anche i militanti neonazisti di “Pravi Sektor” stessero operando nell’area. Basurin, ha insistito sul fatto di avere “informazioni affidabili” suggerendo che sei gruppi di sabotatori dell’8° reggimento per scopi speciali delle forze armate ucraine (VSU) erano stati addestrati da specialisti britannici e schierati vicino alla linea di contatto. I loro obiettivi includerebbero presumibilmente l’approvvigionamento di gas e acqua, nonché centrali elettriche.
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