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23/01/2022

Un governo di necrofili ai piedi del capitale

L’Inail, nel 2020, ha controllato 7.486 imprese (campione modesto ma significativo): l’86,57% di queste sono risultate irregolari. E, sempre secondo dati Inail disponibili, aggiornati a dicembre 2021, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto, tra gennaio e novembre 2021, sono state 502.458 e i morti sul lavoro 1.116.

Un governo ed un ministro del lavoro che, davanti a questi numeri agghiaccianti, appena tre mesi fa, per bocca di un altro ministro (il solito Brunetta) annunciava che, d’ora in avanti, i controlli sulle aziende “saranno preceduti da una telefonata per concordare data e ora dell’ispezione” è, quanto meno, un governo di criminaloidi.

Un governo (ed un ministro del lavoro) che in presenza di un dato del genere non sospende e/o abolisce immediatamente l’alternanza scuola-lavoro, ha una responsabilità diretta per la morte di quel povero ragazzo diciottenne della provincia di Udine, come per tutti gli altri incidenti che hanno coinvolto ragazze/i che dovrebbero andare a scuola soltanto a studiare e che vengono messi, invece, a lavorare gratis per aziende che – nella maggior parte dei casi – non rispettano nemmeno le più elementari norme di sicurezza.

Così anche per la pandemia Covid-19 (143.000 morti da inizio pandemia e 300-400 al giorno) a fronte della quale il governo è ridotto, a quasi due anni dal suo insorgere, all’impotenza perché totalmente prono nei confronti del padronato, grande, medio e piccolo.

Un padronato indisponibile a rinunciare anche alla più piccola quota di profitti persino davanti al perdurare della più estesa, spaventosa ed indomabile pandemia degli ultimi due secoli.

Un governo che, in buona sostanza, da tempo ha preso la direzione di un Bolsonaro qualsiasi, lasciando circolare il virus, ormai fuori controllo.

Un governo che sapeva benissimo che sarebbero arrivate nuove varianti del virus e nuove ondate pandemiche, ma non ha mai minimamente preso in considerazione l’ipotesi di praticare dei lockdown mirati e selettivi.

Un governo che non ha mai voluto realizzare i necessari interventi straordinari su scuole, ambienti di lavoro e mezzi di trasporto che se fossero stati realizzati per tempo, avrebbero certamente frenato la diffusione del virus.

Un governo che ha imposto una allucinante “normalità” a colpi di decreti e di stati di emergenza che non hanno mai intaccato davvero gli interessi dei padroni del vapore.

Un governo che ha deciso di puntare solo sui vaccini (quante dosi ancora?) lasciando tutto il resto inalterato e che, ormai, pare puntare esclusivamente su un’eventuale improbabile “immunità di gregge” al prezzo di almeno 10 mila morti al mese.

Sussunta pienamente la logica del padrone e del capitale, il nostro governo come, più o meno, tutti gli altri governi occidentali, mentre proroga stati di emergenza ad libitum, dà ai morti ed ai vivi la stessa importanza che un contabile dà ai numeri del bilancio aziendale: passività, attività, costi e ricavi.

È la necropolitica, del governo, della Confindustria, dei partiti e delle organizzazioni sindacali complici: un regime.

È questo intreccio perverso che impedisce di iniziare a cambiare davvero una situazione che ha ridotto il lavoro e la vita stessa delle persone in una implacabile lotteria della morte.

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