L’ipocrisia del doppio standard sistematicamente utilizzato dai mass media italiani e occidentali comincia a sfiorare il ridicolo. Da giorni manifestazioni popolari si susseguono in due Stati ritenuti nell’orbita russa e “contesi” con l’Unione Europea: Moldavia e Georgia.
Nel primo caso i manifestanti vengono demonizzati in quanto ritenuti filorussi, nel secondo vengono esaltati in quanto filo europeisti e statunitensi. Nessuno che si sia preso la briga di indagare sulle condizioni di vita delle popolazioni e sul come la guerra in Ucraina le stia peggiorando.
In Moldavia le forze di sicurezza hanno represso l’ennesima giornata di proteste nel Paese organizzata dal gruppo Movimento per il popolo, con gli agenti che hanno arrestato 54 persone, di cui 21 minorenni. I manifestanti chiedono al governo di coprire integralmente i costi delle bollette energetiche invernali e di “non coinvolgere il Paese in una guerra”. Inoltre, hanno ripetutamente invitato la presidente Maia Sandu a dimettersi.
Le dimostrazioni di domenica si sono trasformate presto in scontri tra i partecipanti e le forze di polizia nel centro della capitale moldava, con i tafferugli che sarebbero scoppiati dopo che la polizia ha transennato la piazza principale della città, impedendo ai manifestanti di raggiungerla.
Inizialmente i dimostranti hanno bloccato il traffico sul viale principale di Chisinau e si stavano dirigendo verso la piazza della Grande Assemblea Nazionale. La polizia ha dunque bloccato loro l'accesso alla piazza.
I manifestanti in marcia hanno quindi cercato di tornare verso gli edifici dell’ufficio presidenziale e del Parlamento. Il partito Shor – indicato come “filorusso” – si è nuovamente mobilitato nelle ultime settimane contro il governo filo-Ue, con diverse manifestazioni.
In Georgia, invece, il partito di maggioranza ha ritirato la “Legge sugli agenti stranieri” dopo due notti di scontri, cinquanta poliziotti feriti e sessantasei manifestanti arrestati, lanci di bottiglie molotov e pietre nel corso delle violente manifestazioni di protesta che si sono svolte a Tiblisi, capitale della Georgia, contro la contestata legge sugli agenti stranieri portata all’esame del Parlamento georgiano.
Secondo Interfax, una nuova manifestazione di protesta ha portato in piazza anche migliaia di persone, in gran parte studenti universitari, tornate a radunarsi nella piazza antistante il Parlamento. Il progetto di legge sugli “agenti stranieri” secondo i sostenitori dei manifestanti minerebbe le speranze di adesione all’Ue del Paese del Caucaso meridionale.
Quindi in Moldavia le manifestazioni popolari si oppongono all’adesione alla Ue mentre in Georgia chiedono il contrario.
I manifestanti moldavi vengono accusati di esporre alcune bandiere russe, i manifestanti georgiani espongono invece apertamente le bandiere della Ue e degli Stati Uniti (ed anche qualcuna ucraina). Perché le prime vengono demonizzate sui mass media italiani e le seconde incensate?
Magari la dialettica politica e democratica dovrebbe riconoscere ai popoli il diritto di scegliere il proprio destino. Oppure tale destino deve essere a senso unico? Solo in guerra e nelle braccia della Nato?!
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