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22/03/2023

Guerra in Ucraina - Kiev e Washington dicono no al cessate il fuoco

Da Kiev e da Washington è “fuoco di sbarramento” contro l’ipotesi di un cessate il fuoco per la guerra in corso.

L’Ucraina è contraria a un cessate il fuoco perché ciò significherebbe protrarre il conflitto contro la Russia. A dirlo, tramite Twitter, è stato il consigliere presidenziale di Zelenski, Mikhailo Podolyak: “Ogni tentativo di congelare il conflitto lo farebbe protrarre; un cessate il fuoco determinerà una cosa sola, una guerra non finita che brucia nel cuore d’Europa”.

Anche John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha sostenuto che ad oggi la cessazione delle ostilità non avrebbe alcun effetto positivo. Al contrario, una mossa del genere “riconoscerebbe di fatto le conquiste della Russia e il tentativo di prendere con la forza il territorio del suo vicino, permettendo alle truppe di Mosca di continuare a occupare il territorio ucraino sovrano”. Nello specifico, un cessate il fuoco fornirebbe a Mosca l’opportunità di “consolidare ulteriormente le sue posizioni in Ucraina” e di “ricostruire, rifornire e rinfrescare le sue forze in modo da poter ricominciare gli attacchi contro l’Ucraina in un momento a sua scelta”.

La Casa Bianca, preoccupata che il pallino dell’iniziativa negoziale e diplomatica sia nelle mani di Pechino, afferma di non ritenere che la Cina possa essere un mediatore imparziale tra Mosca e Kiev sulla guerra in Ucraina. Lo ha detto chiaramente il già citato John Kirby, nella serata di martedì, quando il presidente Xi Jinping era ancora a Mosca.

Al termine dei colloqui a Mosca tra Putin e Xi Jinping nei quali è emersa una proposta di pace, a partire dal cessate il fuoco, per cominciare a disinnescare la guerra in corso in Ucraina, il presidente russo ha delineato il quadro entro il quale si può parlare di pace ed il piano cinese può fare da base a un futuro accordo sul conflitto. “Molti dei punti inclusi nel piano di pace cinese sono in linea con le posizioni russe e possono servire come base per una soluzione pacifica”, ha detto Putin, un piano utile “quando l’Occidente e Kiev saranno pronti. Anche se, per ora, non vediamo una tale volontà da parte loro”.

Arriva così la conferma che Washington e il fronte oltranzista (Polonia, Repubbliche Baltiche, Gran Bretagna) hanno tutto l’interesse alla prosecuzione della guerra in Ucraina. Al contrario, la parola d’ordine del cessate il fuoco non può che diventare il tema centrale di una fase di mobilitazione popolare – a est e a ovest – per costringere i governi a fermare l’escalation militare e imboccare la strada del negoziato.

A complicare ulteriormente il quadro, Putin ha avvertito che la Russia reagirà all’eventuale spedizione in Ucraina da parte del Regno Unito di munizioni per i carri armati a uranio impoverito: un monito a chiare lettere dopo che ieri il sottosegretario alla Difesa del Regno Unito, Annabell Goldie, aveva ventilato questa possibilità in Parlamento. Secondo il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu “un simile passo avvicina sempre più un conflitto nucleare”.

Questa mattina intanto la Flotta russa del Mar Nero ha respinto un nuovo attacco di droni ucraini nei pressi di Sebastopoli, in Crimea. Lo ha riferito sul proprio canale Telegram il governatore della Crimea, Mikhail Razvozhaev. “Al mattino presto, la nostra flotta ha respinto un attacco di droni. In totale, tre velivoli sono stati distrutti mentre cercavano di entrare nella baia”, ha scritto Razvozhaev. Secondo il governatore, le navi da guerra sono rimaste intatte, ma l’attacco ha rotto i vetri in diversi edifici.

Sull’altro fronte, questa notte un attacco di droni russi contro la regione di Kiev ha provocato 3 vittime e almeno 20 feriti. Lo ha affermato l’amministrazione municipale della capitale ucraina, precisando che la difesa aerea ha abbattuto otto droni Shahed di fabbricazione iraniana.

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