Le cambiali con il passato berlusconiano del paese si pagano. Il consiglio dei Ministri ha infatti approvato il decreto per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Il decreto del governo che rilancia il progetto del Ponte sullo Stretto parla di una concessione di trent’anni per la società che si occuperà di costruire e gestire il ponte. I trent’anni inizieranno a partire dal momento in cui il ponte sarà operativo, quindi in caso di ritardi dei lavori sarà prolungata. La società in questione sarà la stessa che era prevista anni fa, ossia la Stretto di Messina s.p.a., in liquidazione dal 2013.
Per il Ponte sullo Stretto sono già stati spesi circa 500 milioni di euro senza alcun vantaggio per il territorio e il rischio è che altri 700 milioni possano essere pagati in penali.
I dati del traffico attuale via traghetto sono circa 4,2 milioni annui per i passeggeri (6,3 milioni sono i passeggeri per via aerea). Per le merci il traffico è di circa 3,3 milioni di tonnellate annue attraverso lo stretto (altri 2,2 milioni di tonnellate viaggiano via navi di lunga percorrenza). Tuttavia non risultano previsioni di crescita quantificate.
La società di gestione del Ponte sarà di proprietà principalmente dei ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture, ma avranno una quota anche le Regioni Sicilia e Calabria, l’Anas (gestione strade e autostrade) e la Rfi (trasporti ferroviari). Questi soggetti nomineranno i cinque membri del Consiglio di amministrazione della Stretto di Messina spa.
Le cariche di presidente e amministratore delegato spettano ai ministeri, le due Regioni sceglieranno un consigliere a testa e il terzo dei tre consiglieri verrà indicato dalle società pubbliche di trasporti Anas e Rfi.
Se la società dovesse incontrare problemi e ci fossero dei ritardi o delle difficoltà nel trovare un contraente generale e un project manager (due figure per gestire concretamente il progetto), i ministeri potranno nominare un commissario straordinario che sostituirà la Stretto di Messina s.p.a. nelle procedure di affidamento e realizzazione dell’opera.
Matteo Salvini, ha affermato che il progetto esecutivo dovrebbe essere approvato entro il mese di agosto 2024. Il ministero dei Trasporti – in carico a Salvini – in una nota ha spiegato che il progetto è “nel segno della continuità rispetto a quanto era stato fatto fino al 2012 e poi interrotto dal governo Monti“.
Non solo. Fa sapere anche che ritorneranno in vigore anche i contratti di appalto già stipulati dalla Stretto di Messina s.p.a., e cancellati nel 2012, tranne quelli sul monitoraggio ambientale. Il vecchio progetto sarà “aggiornato con le specifiche tecniche delle nuove normative soprattutto in materia ambientale e di sicurezza“.
Nella bozza del decreto si legge anche che si costituirà un comitato scientifico, che avrà “compiti di consulenza tecnica, anche ai fini della supervisione e dell’indirizzo delle attività tecniche progettuali“. Il comitato in questione porterà avanti il suo lavoro secondo “principi di autonomia e indipendenza” dalle autorità politiche, e darà pareri al Consiglio di amministrazione della Stretto di Messina s.p.a. riguardo al progetto “definitivo ed esecutivo” dell’opera.
Avrà nove componenti, scelti “tra soggetti dotati di adeguata specializzazione ed esperienza“. Immaginiamo le facce...
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