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01/07/2012

Stanare il PD dall'ultima ridotta: il consenso, tradito, degli elettori anziani

"Il nemico avanza, noi arretriamo; il nemico si accampa, noi facciamo azioni di disturbo; il nemico è stanco, noi attacchiamo; il nemico arretra, noi lo inseguiamo." (Mao)

anzianiLa parte livornese del congresso programmatico del Pd si è conclusa con un prevedibile, quanto annunciato, fallimento. Due conferenze semiclandestine, solo per adetti ai lavori, con un partito circondato solo dalla celere (non certo per proteggere il Pd dal troppo calore dei fan) senza idee, senza capacità di rimettersi in connessione con la città. Ma oltre alla capacità, nel Pd livornese, manca anche la voglia di entrare in connessione con il territorio. Infatti la cosa che ha caratterizzato davvero la due giorni è stata la lotta intestina tra le cordate che si contendono il diritto di esprimere il prossimo candidato sindaco. C'è la cordata che vuol votare nel 2013 e quella che vuol votare nel 2014. Questo derby della disperazione, sugli ultimi posti di potere ritenuti disponibili, è stato l'unico elemento di (si fa per dire) animazione della due giorni piddina a Livorno.

Non è difficile trovare elementi critici: nessuno, ma proprio nessuno, dei problemi reali di  Livorno è stato affrontato. Mezza città, nel prossimo lustro, ha fondate possibilità di uscire dai diritti fondamentali di cittadinanza e il Pd si è concentrato sui suoi giochi di ruolo. Giochi di potere che consistono nel mettere avanti un pugno di venti-trentenni, caricatura del "nuovo che avanza", che rappresentano una pallida interfaccia di qualche vecchia lenza della politica con problemi irrimediabilmente irrisolti di status esistenziale o relazionale. Tutta gente che usa la politica come pretesto per, sai che brivido, dimostrare che ha il potere di gestione le poche risorse rimaste in città. La manifestazione "via il Pd da Livorno" in questo senso ha posto uno spartiacque: se questi signori hanno voglia di giocare c'è Internet o, se hanno bisogno di fisicità, c'è pur sempre il sesso di gruppo. Ma Livorno non si può assolutamente permettere di essere il pretesto per l'affermazione di cordate di potere. Negli stessi giorni i portuali si sono autoridotti lo stipendio del 30 per cento (nemmeno un mese dopo i lavoratori Aamps), gli interinali dell'Agelp hanno occupato i propri uffici, e per i piddini il punto più caldo delle due giornate era sapere come il segretario cittadino si posizionasse verso il sindaco. Per sapere, di conseguenza, quale è la cordata di potere reputata vincente e per scommettere sul cavallo ritenuto favorito, ci mancherebbe.

Viene da dire che il sondaggio tra i lettori di quilivorno, che non è certo una testata antagonista, è più veritiero di quanto si pensi. Infatti solo il 4 per cento dei lettori ha detto,nel sondaggio, che voterà PD alle prossime comunali. Questo tipo di sondaggi non ha valore scientifico ma consideriamo che l'Internet livornese, che rappresenta fasce crescenti di popolazione locale, è una zona praticamente liberata dal PD.
Lo si capisce dai dati forniti dallo stesso Pd sui numeri degli utenti che hanno seguito lo streaming della due giorni o su quelli che hanno cliccato i video. Numeri da festa di matrimonio con pochi parenti, altro che da principale partito della città.
D'altronde, guardiamo alla città reale, chi ha motivo per votare Pd? I lavoratori della Delphi? Gli esodati? Quelli che hanno visto svanire l'articolo 18 in pochi giorni? Le migliaia di interinali a 600 euro al mese? Gli sfrattati? Chi aspetta mesi per una ecografia? Chi non respira nei quartieri periferici ? I giovani ai quali il piddino sa solo dire "non c'è mercato", "non ci sono fondi" come scusa per non far nulla per i loro diritti?
Alla fine il 4 per cento dei voti al Pd sembra davvero rappresentare la base di consenso reale che il principale partito livornese ha al momento. Alti dirigenti pubblici, gestori di grossi capitali, facilitatori di affari tra pubblico e privato, professionisti con un portafoglio di lavori assicurato. La base sociale a cui guarda il Pd è questa. Persino i posti di lavoro amministrativi ritenuti intoccabili, e grande riserva di voti, sono a rischio. Per governare di nuovo al Pd ci vorrebbe però il 51 per cento, impresa oggettivamente difficile.

Il Pd guarda quindi al mondo dei pensionati, nella città con più alto tasso di anziani della Toscana, nella speranza che tra analfabetismo di ritorno, timori verso il nuovo, completa disinformazione politica, abitudini elettorali consolidate avvenga il miracolo. Certo per i pensionati distrutti dalla tenaglia Fornero-Camusso, espressioni diverse ma convergenti del mondo Pd, con i servizi tagliati dal comune sarebbe il massimo. Ma l'Itala è un paese che, quando regna l'ignoranza e le masse non sono informate, ha visto persino i liberatori del sud impiccati dai contadini analfabeti in nome del re Borbone. Non c'è da stupirsi di nulla.
A Livorno ormai sono diverse le forze che, dal punto di vista istituzionale e non, hanno cominciato a mettere il Pd nel mirino. Non c'è niente di male se tra queste forze non ci sono, o non ci saranno mai, convergenze politiche o strategiche. E' come per gli americani in Iraq: nessuna rapporto, anche conflittuale, tra forze sociali e politiche può avvenire finché c'è l'occupazione. E il Pd occupa le residue risorse di Livorno. Quindi Livorno potrà essere qualcosa, qualsiasi cosa sarà, solo dopo la cacciata del Pd al potere.
E per il prossimo autunno il parere è questo: una lunga campagna mirata agli anziani della città. In modo da informare sul fatto che il Pd li ha danneggiati e li sta danneggiando come mai. Che votino o che non votino non importa: i loro nipoti senza lavoro resteranno senza soluzione finché il Pd sarà dove è, la loro salute sarà tutelata al minimo, i servizi verranno tolti loro progressivamente. Vanno invitati a staccare la spina. Sarebbe, tra l'altro, la prima volta che qualcuno parla con loro dopo molti anni. Un modo di farli sentire di nuovo protagonisti della città. Una bella campagna, nell'interesse della città, di informazione agli anziani può essere studiata davvero. Una campagna da mettere in piedi e da far circolare in città da tutti, a prescindere da chi voterà, da chi non voterà. Una campagna per colpire il partito al potere nell'ultima ridotta di consenso. E che arrivi a pieno regime al momento giusto, quando il piddino tende la mano adunca per riscuotere il voto.

Con il Pd al potere non c'è vita a Livorno. La maggioranza dei livornesi l'ha già capito. Ora si tratta di porre le condizioni per la spallata politica che apra una fase nuova della vita della città. Non certo facile, invertire il declino di Livorno non sarà uno scherzo, ma si tratta di una fase necessaria come l'ossigeno.

Fonte

Se avete letto e pensate che queste riflessioni quaglino esclusivamente per l'ambiente livornese v'invito a rileggere sicuramente vi sono sfuggite un mare di analogie tra la situazione politico-sociale livornese e quella nazionale (che ovviamente trascende il PD ma vede nei comunisti annacquati una delle chiavi di volta per il mantenimento o la fine dell'attuale status quo).

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