Oggi, 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese.
Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.
La sentenza esplicita
chiaramente il vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara
che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l'articolo 75
della Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa,
cioè come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei
servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini.
La
sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13
giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri
forti che speculano sui beni comuni. Dopo la straordinaria vittoria
referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte
che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di
italiani: l'acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici.
In
Toscana si continua con la Campagna di obbedienza civile: Come dice
Stefano Rodotà noto giurista italiano in un intervista dopo la sentenza
della consulta alla domanda: Ora la campagna di «obbedienza civile»
lanciata dai comitati referendari che invita a non pagare quella parte
di bolletta che remunera, appunto, il capitale investito nei servizi, è
legittimata ulteriormente. Vero?
Stefano
Rodotà: Questo è un punto importante: dopo la sentenza della Consulta è
assolutamente legittima quella giusta reazione dei cittadini di
ribellarsi ai tentativi di violare la legalità fissata con il risultato
referendario.
Si scrive acqua, si legge democrazia!
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