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27/06/2015

Siglato storico accordo tra Vaticano e Palestina

Israele non ha gradito e si è riservato di valutare le conseguenze dell’accordo, siglato ieri a Betlemme, tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina. Un’intesa che regola la situazione e i diritti della Chiesa cattolica in Palestina e costituisce un riconoscimento de facto dello Stato palestinese, poiché nei 32 articoli distribuiti in otto capitoli si fa esplicito riferimento alla soluzione a due Stati.

L’accordo, anticipato da un patto sottoscritto a metà maggio, è il frutto di una negoziazione iniziata 15 anni fa tra la Santa sede e l’Olp e non ha un equivalente con Israele. Vaticano e Stato ebraico hanno relazioni diplomatiche dal 1993 e dal 1999 si è aperto un dialogo sui diritti della Chiesa cattolica nel territorio israeliano, ma sinora non si è raggiunta l’intesa e di certo quello dello status di Gerusalemme è il nodo più difficile da sciogliere.

Il trattato apre una nuova pagina nei rapporti tra la Santa Sede e i palestinesi, ma per Israele “danneggia” le prospettive di un processo di pace, di fatto fermo da tempo. Il portavoce degli Esteri, Emmanuel Nahshon, ha avvertito che Tel Aviv studierà i dettagli dell’intesa e le sue conseguenze sulla cooperazione con il Vaticano che nel 2012 accolse con favore la decisione dell’Assemblea generale dell’Onu di riconoscere lo Stato di Palestina.

I rapporti tra Santa Sede e palestinesi si sono rafforzati negli ultimi mesi. Il 16 maggio il presidente Mahmoud Abbas è stato ricevuto da Papa Francesco come capo di Stato. Il giorno dopo il pontefice ha canonizzato i primi due santi palestinesi dei tempi moderni.

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