Fra le più antiche e ben conservate usanze del Belpaese c’è quella di andare al soccorso del vincitore e di maramaldeggiare su di esso quando poi è sconfitto.
Accade anche al “tamarro dell’Arno”, osannato e idolatrato nel momento della vittoria delle europee ed ora in dubbio per molti.
Certo, non è ancora la dèbacle decisiva, si tratta di un test limitato di amministrative, ma, come lo stesso Renzi è costretto a dire, “un campanello d’allarme”. Ed i primi iniziano a defilarsi: i due senatori di rotondi passano all’opposizione, Alfano e Quagliariello dicono che potrebbero farlo anche loro se non si aggiusta la legge elettorale, nel Pd inizia ad esserci mare mosso e qualcuno vede Emiliano come prossimo segretario. Persino Bersani sta alzando la voce (pure le pulci...).
I più svegli hanno capito che quello delle europee è un risultato occasionale ed irripetibile e che, sotto il mantello del vincitore, Renzi nasconde i panni del becchino. Due milioni di voti in sette regioni non sono una bazzecola, e si percepiscono molti altri mal di pancia nella base elettorale del Partito Democratico (ormai “Partito di De Luca”). Mafia capitale è solo ad una delle sue tappe, ma non è la fine e promette diverse altre avvincenti puntate. L’Expo non è esattamente un successo (ne riparleremo). L’aumento dell’occupazione è un bluff fondato sullo scambio fra posti di lavoro a tempo indeterminato e contratti precari e presto crollerà. Insomma non è che i tempi si prospettino rosei e fra meno di un anno ci si dovrà misurare con il “Derby milanese” che non pare affatto semplice. Se dovesse esserci una dèbacle milanese potrebbe essere il “rompete le righe”. Ed allora, meglio prendere il largo in tempo.
Renzi è ancora in sella, ma già molti affilano il coltello che useranno alle idi...
Non che ci prema molto del destino personale di Renzi (rassicuro quanti leggendo il titolo dell’articolo hanno pensato ad un precoce assalto di arteriosclerosi del sottoscritto), ma il fatto è che di Renzi, come segretario del Pd, abbiamo bisogno.
Ammettiamo per un momento che Renzi cada e che si elegga un nuovo segretario: sarebbe un disastro, una iattura. Cosa accadrebbe? La gente crederebbe ad una svolta, molti inizierebbero a dire: “diamogli tempo, stiamo a vedere”. Altri si farebbero prendere dalla novità. Ed il Pd, forse solo per un momento, potrebbe anche riprendersi. Sarebbe un vero guaio. Noi abbiamo bisogno di sbarazzare il terreno da questa inutile cariatide che ingombra il nostro cammino e nessuno come Renzi può assicurarci che questo accada. Mica possiamo ricominciare sempre daccapo! Questo ormai l’elettorato lo ha conosciuto e gli ha preso le misure.
Il Pd (come dice qualche esponente della sinistra interna) è sull’orlo del baratro? Bene: lasciate Renzi e farete un passo avanti!
Renzi è un piccolo uomo la cui ombra è stata, per un attimo, ingigantita da un sole al tramonto. Lasciamo che compia il suo lavoro.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento