Il ministro degli Esteri cinese Qin Gang, nella sua prima conferenza stampa a margine della sessione annuale dell’Assemblea del Popolo, ha dichiarato che se Cina e Russia “lavorano insieme, il mondo avrà una forza trainante verso il multipolarismo e una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali”, mentre “l’equilibrio strategico globale e la stabilità saranno meglio garantiti”. Una relazione che, proprio perché “non minaccia alcun Paese, non è soggetta ad alcuna interferenza o discordia seminata da terzi”. Il rapporto tra Cina e Russia si basa sui principi “di non alleanza, non confronto e non presa di mira di terze parti”.
"Pechino non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto ucraino. La Cina non è l’artefice della crisi, né una parte direttamente interessata. Perché minacciare allora le sanzioni alla Cina? Non è assolutamente accettabile”. Il neoministro degli Esteri, Qin Gang, nel suo primo briefing con i media parlando del conflitto tra Russia e Ucraina, ha indicato “una mano invisibile” che sembra sostenere una crisi prolungata. “È una tragedia che poteva essere evitata: la Cina sceglie la pace sulla guerra, il dialogo sulle sanzioni” e "la de-escalation all’escalation”.
Nei giorni scorsi la Cina ha presentato il suo progetto per una pace stabile sia nella guerra in corso in Ucraina che nelle relazioni internazionali nel loro complesso.
Il documento cinese, definito Iniziativa di Sicurezza Globale, con una forte dose di ottusità, è stato fino ad ora liquidato dagli Stati Uniti e ignorato dai governi dell’Unione Europea.
Anche dalla Russia la risposta ufficiale, ad oggi, non ha fatto rilevare novità nell’approccio. La Russia presta “grande attenzione” all’iniziativa di pace della Cina per l’Ucraina, ma ora “non ci sono le condizioni perché la situazione si avvii su un percorso pacifico” e quindi Mosca cerca di raggiungere i suoi obiettivi “continuando l’operazione militare” ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Rispondendo a una domanda della statunitense NBC sulle relazioni tra Cina e Stati Uniti, Qin ha affermato che, considerando la Cina come il suo principale rivale e la più seria sfida geopolitica, “la percezione che gli Stati Uniti hanno della Cina, come se avessero sbagliato il primo bottone di una camicia, si è ampiamente allontanata da un percorso razionale. La cosiddetta competizione degli Stati Uniti con la Cina è in realtà una soppressione e un contenimento a tutto tondo, un gioco a somma zero in cui uno vive e l’altro muore”.
Il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, ha poi lanciato un duro monito a Washington, in sintonia con l’attacco del presidente Xi Jinping all’Occidente. “Se gli Stati Uniti non tirano il freno, ma continuano ad accelerare lungo la strada sbagliata, nessun guardrail potrà impedire il deragliamento e ci saranno sicuramente conflitti e scontri”, mettendo in guardia da “conseguenze catastrofiche”.
La strategia Indo-Pacifica degli Stati Uniti è una “versione Asia-Pacifico della Nato” ha detto Qin Gang, affermando che la strategia forma un “piccolo cerchio” e promuove il “disaccoppiamento” in nome della libertà e dell’apertura, della sicurezza regionale e della prosperità. Il ministro degli esteri cinese ha osservato che una crisi in stile ucraino non dovrebbe mai ripetersi nell’area Asia-Pacifico. L’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), inoltre, “non dovrebbe diventare uno strumento per un grande scontro tra potenze e l’Asia non dovrebbe mai essere una scacchiera in una nuova Guerra Fredda”.
La Cina poi auspica che l’Europa “acquisisca veramente autonomia strategica” ha sottolineato Qin Gang, esortando di fatto l’Unione Europea a prendere le distanze dagli Stati Uniti. “La Cina considera sempre l’Ue come un partner strategico globale e sostiene l’integrazione europea”, ha aggiunto. “Speriamo che l’Europa, dopo aver attraversato il calvario della guerra in Ucraina, impari dal proprio dolore e raggiunga veramente l’autonomia strategica e la stabilità a lungo termine”. “Siamo disposti a lavorare con la parte europea per aderire a un vero multilateralismo, rispetto reciproco e cooperazione vantaggiosa per tutti, superare tutti i tipi di ostacoli e difficoltà e approfondire costantemente il partenariato strategico globale tra Cina ed Europa, in modo da infondere maggiore stabilità, certezza ed energia positiva in un mondo turbolento”.
Occorre ammettere che sulla guerra in corso, fino ad oggi, le uniche proposte concrete di pace sono venute dal Papa e della Cina, ma non hanno ricevuto la dovuta attenzione. È una anomala convergenza oggettiva che però dice molto sull’avventurismo guerrafondaio delle classi dirigenti in Occidente.
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