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04/03/2015

Gideon Levy: Israele corre verso la prossima guerra a Gaza

Colonna di mezzi corazzati israeliani in movimento verso Gaza la scorsa estate (foto di Jack Guez-AFP)
di Gideon Levy- Haaretz
(traduzione di Amedeo Rossi)

La prossima guerra scoppierà in estate. Israele le darà un altro nome infantile e si svolgerà a Gaza. C’è già un piano per evacuare le comunità che si trovano lungo il confine con la Striscia di Gaza. Israele sa che questa guerra scoppierà, sa anche perché – e sta correndo in quella direzione con gli occhi bendati, come se si trattasse di un rituale ciclico, una cerimonia periodica o un disastro naturale inevitabile. Qua e là si percepisce persino dell’entusiasmo.

Non importa chi sarà il primo ministro e il ministro della difesa – non c’è differenza tra i candidati per quanto riguarda Gaza. Isaac Herzog [candidato laburista alla presidenza con la coalizione di centro sinistra “Unione Sionista”. N.d.tr.] e Amos Yadlin [candidato per la stessa coalizione] naturalmente non ne parlano e Tzipi Livni [alleata centrista nella coalizione. N.d.tr.] si sta vantando che grazie a lei non è stato aperto nessun porto a Gaza. Il resto degli israeliani non è affatto interessato al destino di Gaza e presto sarà obbligato a ricordarsi di nuovo del suo disastro nel solo modo in cui ciò è possibile, i razzi.

Il disastro di Gaza è spaventoso. Nel discorso pubblico israeliano non viene mai citato e sicuramente non nella più stupida, vuota campagna elettorale che ci sia mai stata qui. E’ difficile crederlo, ma gli israeliani hanno inventato una realtà parallela, tagliata fuori da quella vera, una realtà indifferente, insensibile, che nega l’evidenza, mentre tutte queste difficoltà, molte delle quali sono provocate da loro stessi [gli israeliani], si trovano a poca distanza da casa loro. I bambini stanno morendo di freddo sotto le macerie delle loro case, i giovani rischiano le loro vite e attraversano le barriere di confine solo per avere un po’ di cibo in una prigione israeliana.

Qualcuno ne ha sentito parlare? Importa a qualcuno? Qualcuno capisce che ciò porterà alla prossima guerra?

Salma ha vissuto solo 40 giorni, come l’eternità di una farfalla. Era una neonata di Beit Hanoun, nel nordest della Striscia di Gaza, è morta il mese scorso di ipotermia, dopo che il suo piccolo corpo è congelato nel vento e nella pioggia che sono entrati nella baracca di compensato e plastica in cui ha vissuto con la sua famiglia, da quando la loro casa è stata bombardata. “Era fredda come un gelato,” ha detto sua madre dell’ultima notte della sua vita infantile. Il portavoce dell’UNWRA [l’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi. N.d.tr.] Chris Gunness ha scritto di Salma la settimana scorsa sul giornale inglese “Guardian”. Mirwat, sua madre, gli ha raccontato che quando è nata pesava 3.1 chili. Sua sorella di tre anni, Ma’ez, è in ospedale per congelamento.

Ibrahim Awarda, di 15 anni, che ha perso il padre in un bombardamento israeliano nel 2002, è stato più fortunato. Ha deciso di superare la barriera tra Gaza e Israele. “Sapevo che sarei stato arrestato,” ha raccontato la settimana scorsa al giornalista del “New York Times” che si trova a Gaza. “Mi sono detto, forse troverò una vita migliore. Mi hanno dato del cibo buono e poi mi hanno rispedito indietro.”

Ibrahim è stato tenuto per circa un mese in due prigioni israeliane prima di essere ricacciato nella distruzione, nello squallore, nella fame e nella morte. Trecento gazawi sono morti annegati nel mare lo scorso settembre nel disperato tentativo di lasciare la prigione che è la Striscia. Ottantaquattro gazawi sono stati arrestati dall’esercito israeliano negli ultimi sei mesi dopo aver tentato di entrare in Israele, molti dei quali solo per fuggire dall’inferno in cui vivono. Altri nove sono stati arrestati questo mese.

Anche Atiya al-Navhin, di 15 anni, ha tentato di entrare in Israele in novembre, solo per sfuggire al suo destino. E’ stato colpito dai soldati israeliani, curato in due ospedali israeliani e rispedito a Gaza in gennaio. Ora si trova a casa sua paralizzato e incapace di parlare. Circa 150.000 senzatetto vivono a Gaza e circa 10.000 profughi nei rifugi dell’UNRWA. Il bilancio dell’organizzazione è stato speso dopo che il mondo ha totalmente ignorato il proprio impegno a contribuire con 5.4 miliardi di dollari per ricostruire Gaza. Neanche quello di negoziare l’eliminazione dell’assedio a Gaza – l’unico modo per evitare la prossima guerra e quella ancora seguente – è stato rispettato. Nessuno ne parla. Non interessa. C’è stata una guerra, in cui israeliani e palestinesi sono morti per niente, forza, andiamo verso la prossima guerra.

Israele sosterrà di nuovo di essere sorpreso e offeso – i crudeli arabi lo stanno di nuovo attaccando con i razzi senza nessuna ragione.

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