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29/03/2015

Turchia - Approvato il controverso pacchetto sicurezza

Il dissenso, in Turchia, è ormai quasi un ricordo. Con l’ultima delle tre votazioni avvenuta ieri, il Parlamento turco ha approvato il controverso pacchetto di norme sulla sicurezza, creatura del partito di maggioranza di Giustizia e Sviluppo (AKP) del presidente Recep Tayyip Erdogan per “proteggere l’ordine e la pace sociale”. Dei 132 articoli proposti dall’AKP, ne sono stati approvati oltre la metà, in un clima di tensione in aula che è sfociato anche in rissa: l’opposizione, dichiarando più volte che il disegno di legge avrebbe frenato le libertà individuali e violato i diritti umani, è riuscita a far cancellare 63 articoli.

I 69 articoli rimasti, sempre secondo l’opposizione, contengono ancora le parti considerate controverse. Nello specifico, l’estensione dei poteri delle forze dell’ordine fino a farli quasi combaciare con quelli dell’autorità giudiziaria e la criminalizzazione delle manifestazioni, con l’autorizzazione all’uso delle armi da fuoco in un maggior numero di casi: chi “attaccherà scuole, edifici pubblici e luoghi di culto con bombe molotov, esplosivi e materiali infiammabili” potrà vedersi sparare contro dalla polizia. La nuova legge criminalizza inoltre l’uso di “fuochi d’artificio, molotov, palle di ferro e cinghie” negli incontri pubblici o dimostrazioni. Coloro che avranno il volto coperto in parte o del tutto nel corso di manifestazioni che si trasformano in una “marce di propaganda per un’organizzazione terroristica” potranno affrontare condanne fino a cinque anni di carcere.

Un capo della polizia potrà inoltre “ordinare la ricerca di una persona, la perquisizione della sua casa e del suo veicolo privato” senza bisogno dell’autorizzazione di un giudice: basterà infatti “l’autorizzazione scritta o orale dei capi amministrativi”. Parimenti il governatore, in caso di necessità, avrà il potere di dare ordini ai capi delle forze dell’ordine e ai funzionari per trovare i trasgressori della legge. Le forze dell’ordine saranno in grado di tenere una persona in custodia fino a 48 ore, se prende parte a “eventi sociali che possono portare a una grave perturbazione dell’ordine pubblico o alla criminalità”.

Il pacchetto di norme è stato voluto dall’AKP a seguito dei sanguinosi scontri tra curdi e sostenitori degli islamisti scoppiati lo scorso ottobre nel sud-est della Turchia durante le manifestazioni organizzate dalla minoranza curda per l’assedio dell’Isis alla città curdo-siriana di Kobane. Gli scontri provocarono oltre 40 vittime e il governo si era affrettato a dire che il disegno di legge sarebbe stato “conforme alle norme dell’Unione Europea”. Il vice presidente del partito Repubblicano del Popolo Akif Hamzacebi, che guida l’opposizione, ha fatto sapere che la prossima settimana si rivolgerà alla Corte Costituzionale per cancellare la nuova legge.

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