Le forze armate del Mali, sostenute dalle milizie paramilitari russe della compagnia Wagner, si sono scontrate con i miliziani del gruppo jihadista Katiba Macina lungo l’asse stradale che collega le città di Bandiagara e Bankass, nel centro del Paese.
Lo riferiscono fonti citate dall’emittente France 24, riprese in Italia dall’agenzia Nova, secondo cui lo scontro è avvenuto lunedì scorso, 3 gennaio, quando un veicolo blindato dell’esercito maliano è stato colpito da un ordigno esplosivo improvvisato posto sul ciglio della strada, il che ha innescato uno scontro a fuoco nel quale sarebbe rimasto ferito un mercenario russo che in seguito è stato evacuato al vicino ospedale di Sevaré. Secondo le stesse fonti, negli scontri sarebbero rimasti uccisi diversi jihadisti.
Alla fine di dicembre i governi di 16 Paesi occidentali – tra cui Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, Norvegia, Svezia e Canada – hanno diffuso una dichiarazione congiunta diffusa in cui accusano le autorità del Mali di aver assoldato il gruppo paramilitare russo Wagner, condannando “con fermezza” lo stazionamento di “truppe mercenarie” nel Paese africano e la decisione del governo provvisorio di Bamako di utilizzare gli “scarsi fondi pubblici” a sua disposizione per “pagare mercenari stranieri”.
I 16 firmatari si dicono a conoscenza del fatto che la Russia sta fornendo “supporto materiale” all’invio del Gruppo Wagner in Mali ed esortano pertanto Mosca a “tornare a un comportamento responsabile e costruttivo nella regione”.
Ma la posizione dei 16 paesi occidentali, preoccupati dal fatto che la nuova giunta golpista del Mali intende affrancarsi dalla pesante ipoteca francese ed europea, appare decisamente ipocrita. In Africa infatti abbondano le compagnie di mercenari assoldate dai vari governi ma anche dall’Africom, il comando generale Usa per l’Africa.
In Nigeria contro i miliziani di Boko Haram ha agito un gruppo di 100-300 mercenari tra sudafricani, britannici, indiani e di Paesi dell’Est – Georgia ed Ucraina – inquadrati tra le fila della STTEP International Ltd di Eeben Barlow, un ex ufficiale delle Forze Armate sudafricane e fondatore di Executives Outcomes, una notissima compagnia di mercenari.
Grazie alla loro consulenza, supporto e perfino intervento diretto, l’Aeronautica nigeriana ha potuto martellare senza tregua le milizie di Boko Haram. A terra, invece hanno operato convogli di una trentina di veicoli, indipendenti dal governo nigeriano.
Nella Repubblica Centrafricana ci sono poi mercenari russi che nel 2018 si sono installati presso Berengo, per addestrare i soldati del ricostituito esercito nazionale del paese. Il contingente russo sarebbe composto da 175 uomini di cui solo 5 sono membri delle forze armate. Gli altri apparterrebbero al Gruppo Wagner.
Nel Sahel, l’Africom, il comando americano per l’Africa affida ai contractors operazioni d’intelligence e raccolta informazioni, trasporti tattici, ma anche operazioni più da “dito sul grilletto.”
Per l’Africom, agiscono ben 21 società private americane di contractors fornitrici di servizi in Africa settentrionale e Sahel; ad esse si aggiungano dozzine di altre compagnie francesi, britanniche ed ucraine.
Poi ci sono i cinesi della DeWe Security Services Co Ltd di Pechino, assunta per proteggere la linea ferroviaria Nairobi-Mombasa e l’impianto di liquefazione del gas naturale in Etiopia.
Tale investimento da 4 miliardi di dollari è ritenuto il più grande incarico affidato ad una compagnia di contractors cinesi. Più di recente la DeWe ha annunciato il progetto di costruzione di due campi base nella Repubblica Centrafricana e nel Sudan del Sud.
In Ruanda non mancano i tedeschi come La Rwanda Private Security Industry Association (RPSIA), che sta progettando la realizzazione di un centro d’addestramento congiunto, nel distretto di Gasabo.
Nel Sahel, in Sudan, Repubblica del Congo e Costa d’Avorio sono poi attive diverse società di contractors ucraine. Dall’Ucraina sono arrivati elicotteri per l’evacuazione di personale medico della missione Onu Minusma in Mali.
La Omega Consulting Group offre stipendi mensili che vanno da un minimo di 2mila a un massimo di 14mila dollari al mese in base al curriculum e al livello di rischio delle operazioni.
In Mozambico, il governo di Maputo contro le milizie jihadiste prevede l’impiego delle proprie forze di sicurezza in coordinamento con i contractors della compagnia militare di sicurezza privata (PMSC), Dyck Advisory Group (DAG).
Insomma la presenza dei contractors assunti dalla compagnia russa Wagner (presente anche in Libia) non sembra essere una inquietante “presenza esclusiva”, ma è solo una tessera di un mosaico di uomini armati e pagati per fare il lavoro sporco per conto dei governi, e non solo dei traballanti esecutivi africani.
Fonti: Analisi Difesa, Nigrizia, ISS Africa
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