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04/03/2023

Da Bergamo a Crotone, speculare sulla morte altrui...

Due inchieste giudiziarie ai poli opposti dello Stivale – Bergamo e Crotone – gettano loro malgrado una luce fortissima sull’inconsistenza, o l’atteggiamento criminogeno, della “nuova classe politica” emersa nell’ultimo decennio.

Diciamo subito che non nutriamo alcuna illusione sul fatto che queste due inchieste arrivino al traguardo indenni. Sappiamo per lunga esperienza che il potere politico, per quanto fragile e impresentabile, difficilmente paga dazio. Se non per le vicende di corruzione, le uniche rimaste “sensibili” dai tempi di Mani Pulite, attraverso la stagione del populismo manettaro.

La stessa Mani Pulite, per altro, è oggi facilmente rileggibile come la prima operazione-test di lawfare, con cui i vertici multinazionali dell’imperialismo hanno poi decapitato sistemi o partiti non più utili o facilmente soggiogabili (in America Latina, per esempio, con Lula, Lugo e altri).

Più semplice, per certa magistratura, mostrarsi “durissima” con gli anarchici o le mobilitazioni sociali – dai No Tav alla logistica – interpretando al millimetro gli obiettivi indicati dai governi e dai “servizi”.

Comunque sia le inchieste per ora ci sono e ci mostrano un quadro di agghiacciante cinismo misto a palese incapacità. Ma questo filo comune non nasconde la differenza, rimarchevole anche se egualmente ignobile.

A Bergamo, come abbiamo scritto subito, tre anni fa, la decisione di non decretare una “zona rossa” in Val Seriana poteva avere una sola conseguenza: diffondere la pandemia in tutto il Paese.
“Dal punto di vista sanitario la scelta del governo Conte è completamente inutile, o almeno ampiamente insufficiente, così come tutte quelle precedenti. Per due ordini di motivi.

Il primo, e principale, sta nell’assurda decisione di autorizzare spostamenti e permanenza in spazi chiusi, anche pieni di persone, ‘per motivi di lavoro’. In questo modo sicuramente il contagio continuerà ad espandersi, con oltre 20 milioni di lavoratori (e dirigenti) che in varia percentuale si infetteranno sul posto di lavoro e poi contageranno la famiglia, in teoria ‘messa al sicuro’ a forza di messaggi ‘io resto a casa’.

Il secondo, altrettanto importante, era già inserito invece nel decreto di sabato notte, quello che dichiarava ‘zona rossa’ tutta la Lombardia e altre 14 province del centro-nord. Lì, annullando il confinamento delle prime zone ritenute ‘focolaio’ per il numero eccezionale di casi positivi al Covid-19, veniva ‘liberato’ il virus su un’area eccezionalmente vasta.”
Quella scelta del governo Conte 2 rispondeva perciò in modo criminale alla domanda: “il Pil o la vita?”. Tutto il capitale privato italiano, e del Nord innanzitutto, metteva il Pil con tabù intoccabile e pretendeva perciò che nulla potesse “disturbare la produzione“. Un comandamento poi diventato esplicito solo con il governo Meloni, ma che riassume al meglio le caratteristiche di ogni governo degli ultimi 30 anni.

Nella bergamasca, e poi in tutta Italia, abbiamo dunque avuto una strage di massa di proporzioni bibliche – ad oggi oltre 188mila morti ufficialmente registrati – per una ragione squisitamente economica cui l’intera classe politica non sapeva, poteva o voleva contrastare.

Nessuna forza politica è stata estranea a questa decisione. E chi pure era all’opposizione (l’attuale compagine governativa) ha semmai cavalcato successivamente la dietrologia “no vax”, non certo le priorità della salute collettiva.

Le imprese devono fare comunque profitto, voi potete anche morire a mucchi. Chiaro?

L’ordine è stato eseguito...

Il caso del naufragio in Calabria è effettivamente diverso, sia per i numeri (più di 60 persone, diversi bambini), sia per la nazionalità (tutti stranieri di paesi lontani come Siria, Iraq o Afghanistan), sia per la ragione.

A Crotone – se saranno confermate le ipotesi di reato sul “mancato salvataggio” – la motivazione è forse ancora più ignobile: lo sperato “ricavo elettorale”, o di generico consenso politico, a vantaggio delle forze di governo.

Non c’è naturalmente una graduatoria possibile nell’abissale infamia che le due inchieste rivelano. Servirebbe un Borges per descriverla appieno, e non abbiamo quella sapienza di scrittura.

Però possiamo dire che non ci potranno essere dimissioni – dovute, obbligate, persino “convenienti” per qualcuna della forze di questa maggioranza a scapito di altre – che potranno mai riempire quell’abisso.

Questa è la classe dirigente (imprese, politica, media, ecc.) che, accodata al treno “euro-atlantico”, per ragioni economiche o di calcolo politico, ci sta portando nella più totale inconsapevolezza verso un sempre più probabile conflitto mondiale.

Abituati come sono a considerare la morte altrui in termini di possibile “vantaggio”, non pensano neanche per un attimo di poter far parte, stavolta, della schiera che ci rimetterà le penne.

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