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05/06/2015

Finzioni e realtà nigerine

La realtà, si sa, è ostinata. Oltre 400 i morti dichiarati dall'inizio dell'epidemia di meningite. Il foglio esplicativo del ministero della sanità nigerino non lascia dubbi. I vaccini sono gratuiti: basta rivolgersi ai centri integrati di salute. Gli altri invece si trovano a prezzi modici al mercato tra una bancarella e l'altra di frutta e verdura. Appaiono in alcune farmacie e spariscono da altre. Non parliamo dell'Ospedale Nazionale che del paese è un'immagine fedele. Tra scioperi illimitati, sparizioni di medicine e guasti alla TAC non si fa altro che promuovere la moltiplicazione delle cliniche private. Sono gli stessi dottori che incentivano il processo di privatizzazione della sanità. Come per l'acqua, in mano alla multinazionale francese Veolia e la politica del paese. Svenduta ai  commercianti e faccendieri di ogni tipo. L'aereo presidenziale, invece, funziona bene.

Porta lo stesso nome: Mencevax. L'organizzazione mondiale della sanità, OMS, ha pubblicato la foto dell'etichetta di prodotti che hanno lo stesso nome. Uno dei due è finto. Questione di dettagli, di date e di contenuto. Vaccini falsificati che solcano le sabbie dell'Africa Occidentale. Nel cuore della fascia saheliana, vulnerabile all'epidemia di meningite. La finzione non si ferma lì. Si estende all'economia e alla società civile di Niamey. Gli arresti di quanti osano denunciare la manipolazione della lotta al terrorismo per fini elettorali è uno dei segni premonitori di quanto accadrà alle prossime elezioni. Intanto lo stato di eccezione è stato prolungato a Diffa per altri tre mesi. Circa 600 persone sono state interpellate e messe agli arresti. Lo stato di diritto, sancito dalla Costituzione della repubblica, è come i vaccini che circolano sul mercato. Una finzione di democrazia.

Nulla di nuovo sotto il suolo di piombo del suolo nigerino. Le politiche europee mirano a contenere i passaggi dei migranti che a migliaia attraversano il paese. Tony è passato ieri con lo zaino, una tuta da ginnastica coi colori del suo paese di origine: il verde della squadra di calcio della Nigeria. Chiede come si fa ad arrivare in Egitto per poi raggiungere l'Europa. Si scrive su un foglio la prima destinazione raggiungibile e ringrazia per la gentilezza. Prima di arrivare ad Agadez sarà stato spogliato un paio di volte di tutti i suoi averi. Se, per ironia della sorte, raggiungerà la città, sarà schedato, messo da parte, riconosciuto colpevole di alto tradimento e minacciato di prigione. Col benestare dei poliziotti o per evasione cercherà lavoro sul posto. Dopo qualche mese di sfruttamento in ambito edilizio o agricolo metterà da parte i soldi per il viaggio. Il mare non è lontano.

Ad Agadez hanno chiuso i 'ghetti' ufficiali' che albergavano i migranti secondo le nazionalità. Sono prosperati quelli clandestini, nascosti e alla vista di tutti, per contattare i commercianti di viaggi umani. I 'kocser o i passeurs' che non mancano mai in queste circostanze. Le tariffe del viaggio sono aumentate e gli itinerari sono più pericolosi di prima. Le misure di contenimento ritagliate in Europa si traducono nel Sud del mondo con accentuate finzioni giuridiche. A guadagnarci saranno i soliti organismi internazionali, OIM in testa, e poi gli altri truffatori costituiti. Gli attori della società civile sono stati messi in libertà provvisoria e anche questa non è una novità. Il Niger sa che si tratta di una finzione.

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