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21/06/2015

Il Papa non è con noi

L’entusiasmo che circonda l’enciclica ecologista di Papa Francesco mi pare ben poco giustificato. Si parla di svolte, di oggettive convergenze con le elaborazioni degli ecologisti e dei movimenti. Mi sembra un segno di superficialità.

Non ho ancora avuto modo di leggere l’enciclica per intero (non che sia in cima alla mia coda di lettura…), ma solo a leggere le prime analisi fatte da chi non ha le fette di salame sopra gli occhi appare chiaro che ci sia poco di che entusiasmarsi.




Partiamo, però, da un concetto preliminare:

LA CHIESA HA UNA DOTTRINA SOCIALE

La dottrina sociale della Chiesa non se l’è inventata Papa Bergoglio. Se l’è inventata nel 1891 Papa Leone XIII con l’enciclica Rerum Novarum ed è da allora che la Chiesa dice che la dignità umana deve essere conservata anche nella dimensione del salariato, a cui deve essere corrisposto un salario capace di sostenere la famiglia, più altri tipi di preoccupazioni “umanitarie” rispetto allo stato di abbrutimento del lavoratore sotto il capitalismo.

Stupirsi, nell’anno 2015, che il Papa faccia una “critica al capitalismo” è quantomeno fuori tempo massimo. Una minima conoscenza della storia del movimento operaio dovrebbe anche ricordare che la Rerum Novarum fu promulgata per correre ai ripari ed evitare che le masse lavoratrici cattoliche finissero tutte nelle braccia del nascente movimento operaio italiano. Operazione peraltro riuscita. Nei suoi discorsi “anti capitalisti” Bergolgio non fa altro che ripetere la dottrina sociale della Chiesa come avviata da Leone XIII e messa a punto da tutti i papi successivi, inclusi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
 
Se poi vogliamo parlare di coerenza, citofonare alla CISL e chiedere cosa pensano del Jobs Act.

Altro concetto preliminare:

ANCHE BENEDETTO XVI ERA “ECOLOGISTA”

L’evidente antipatia per il precedente pontefice (contro cui era facile sparare salve di battute sui suoi trascorsi nella hitlerjugend) non può far dimenticare che anche il Papa tedesco amava proporre omelie sulla salvaguardia del creato dall’avidità umana. Per chi fosse troppo smemorato, la Chiesa ha riunito in unico volume gli interventi di Ratzinger a proposito:


Scoprire ora che anche la Chiesa ha un suo ecologismo è quindi più un peccato di superficialità nel giudicare l’antipatico Papa tedesco piuttosto che un apprezzamento di una supposta svolta del simpatico Papa argentino.
Se poi vogliamo parlare di coerenza, citofonare ai politici cattolici e chiedere cosa pensano dello Sblocca Italia.

Ma veniamo all’enciclica. L’entusiasmo per un Papa che parla di ecologia rischia (eufemismo) di mettere in secondo piano alcuni punti che invece, fuori dai circoli della sinistra che vaga alla ricerca di punti di riferimento, stanno saltando agli occhi di molti. L’encilica è strutturata per punti e può essere letta qui.

1) Bergoglio ribadisce il creazionismo. Se si dimentica che Dio è creatore si finisce per adorare altre forze (punto 75), e dietro a tutto c’è il piano intelligente di Dio, non il caso o l’evoluzione (punto 77).

2) I gay sono contro l’ecologismo. Al punto 155 Bergoglio ci tiene a precisare che per avere un sano rapporto col creato bisogna avere un sano rapporto col proprio corpo maschile e femminile. I gay evidentemente fanno più danno alla natura della Chevron.

3) I diritti delle donne sono contro l’ecologismo. Al punto 120 “Dal momento che tutto è in relazione, non è neppure compatibile la difesa della natura con la giustificazione dell’aborto”.

4) La ricerca scientifica è contro l’ecologismo. Al punto 136 “D’altro canto, è preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l’integrità dell’ambiente, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi principi alla vita umana. Spesso si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani vivi“.

5) Per fare l’ecologismo il terzo mondo deve continuare a fare figli come conigli. Aveva fatto scalpore l’espressione “come conigli” usata da Bergoglio nelle Filippine per dire che forse si potevano fare anche meno di 15 figli per coppia. Fortunatamente al punto 50 viene ribadita la giusta linea: “Invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, alcuni si limitano a proporre una riduzione della natalità. Non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di “salute riproduttiva”. Però, «se è vero che l’ineguale distribuzione della popolazione e delle risorse disponibili crea ostacoli allo sviluppo e ad un uso sostenibile dell’ambiente, va riconosciuto che la crescita demografica è pienamente compatibile con uno sviluppo integrale e solidale»“. Per chiarezza, la citazione fatta da Bergoglio è dal compendio della dottrina sociale della Chiesa.

Certamente, l’ala più conservatrice della Chiesa urlerà che questa è un’enciclica di sinistra, un’enciclica socialista, addirittura. Sarebbe però quantomeno ingenuo cadere nella trappola e pensare che se l’ala più conservatrice della Chiesa lo urla, allora certamente è vero. D’altra parte questo è lo stesso tipo di destra intimamente convinta che Obama sia comunista.

Certamente, Bergoglio offre all’ala più conservatrice della Chiesa degli appigli vistosi, andando a saccheggiare una terminologia che fin’ora era stata patrimonio dei movimenti ecologisti, di sinistra, “no global”. Parla di “debito ecologico”, di nord e sud del mondo, di disuguaglianza tra e dentro le nazioni. Ma Bergoglio non è l’ultimo wannabe intellettuale di una sinistra allo sbando, è il capo di una delle più straordinarie macchine ideologiche del mondo, una macchina che funziona da 2000 anni e che ha dimostrato di poter sussumere al proprio interno tutte le novità strutturali e sovrastrutturali che hanno attraversato questi due millenni di storia. Infatti la struttura dell’enciclica è la dottrina della Chiesa, non i documenti del Foro di Sao Paulo. Tutto ciò che proviene dall’elaborazione dei movimenti (e dall’elaborazione scientifica!) viene filtrato e accettato nella misura in cui è compatibile con la tradizione teologica cattolica. Il resto viene espulso. O trasformato.

Forse chi pensa che il Papa sia all’improvviso saltato “dalla nostra parte” dovrebbe chiedersi se per caso non sia solo l’ultimo in una lunga lista ad essere saltato dalla parte del Papa.

PS: un discorso molto più articolato meriterebbe la componente cattolica delle sinistre latino americane. Si spera che, comunque, si abbia la dignità di riconoscere che in termini di potenza della Chiesa e delle sinistre c’è un abisso tra l’Italia e il Sud America.

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