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14/02/2023

Il New York Times porta in giudizio la von der Leyen

Sul registro della Corte di Giustizia europea è stata pubblicata oggi, 14 febbraio, la causa che lo scorso 25 gennaio il New York Times ha depositato nei confronti della Commissione Europea in relazione alla poca trasparenza sugli accordi intorno alla fornitura di vaccini Pfizer/Biontech. Infatti, da mesi tiene banco nelle istituzioni europee la questione di possibili irregolarità e favoritismi portati avanti da Ursula von der Leyen nei confronti della multinazionale tedesco/statunitense del farmaco.

Lo scorso 12 settembre una Relazione speciale della Corte dei Conti UE ha calcolato un totale di 4,6 miliardi di dosi di vaccino acquistate tramite la maggiore spesa di tutti i tempi del bilancio UE: 71 miliardi di euro con contratti di acquisto anticipati. È la stessa Corte, però, ad aver detto che non sono state rispettate le procedure corrette. Le valutazioni stimano che siano state acquistate 1,4 miliardi di dosi “di troppo”, con un prezzo medio di ciascuna intorno ai 15 euro.

Pfizer è l’azienda che più se ne è avvantaggiata, avendo fornito 2,4 miliardi di dosi e avendo incassato 35 dei 71 miliardi complessivamente spesi. Ma la cosa che ha fatto drizzare le antenne ai giornalisti del New York Times è il fatto che 1,8 miliardi di queste dosi sono state trattate direttamente dall’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, con la presidente della Commissione Europea von der Leyen.

Le trattative preliminari sono state condotte nel marzo 2021 senza la squadra negoziale congiunta, unico caso, e si è risolto sostanzialmente attraverso sms e messaggi privati tra le due figure apicali di azienda e della Commissione europea.

Come rivelato dal giornale statunitense già nell’aprile 2021, nel gennaio 2022 il difensore civico della UE, Emily O’Reilly, ha chiesto l’accesso ai messaggi tra i due senza però ricevere risposta perché – come affermato nel febbraio da Věra Jourová, Commissaria alla trasparenza – i messaggi non sono stati trovati.

Gli europarlamentari della Commissione speciale sul Covid, che già hanno visto darsi buca dall’amministratore di Pfizer ad un’audizione a cui era stato chiamato lo scorso 10 ottobre, ora hanno chiesto che sia la von der Leyen a presentarsi in aula.

La palla passa a Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, l’unica che può chiedere alla presidente della Commissione di relazionare davanti a quel consesso.

Il New York Times ha deciso comunque di proseguire nella richiesta di trasparenza su queste trattative. Del resto, sembra assurdo che la Jourová abbia affermato che i messaggi possano essere stati cancellati perché “di natura effimera”: stiamo parlando di un contratto per miliardi di vaccini, fondamentali quando eravamo ancora nel pieno della pandemia. E in Europa la vicenda assume una valenza ulteriore se si pensa che siamo ancora nel pieno dello scandalo Qatargate, per cui si stanno rivedendo le norme sulla trasparenza interna e sui rapporti con le lobby.

Il caso confermerebbe solo quello che sappiamo da tempo. La nostra classe dirigente è fatta di “maggiordomi” del grande capitale, che oggi significa assecondare la sete di profitto delle multinazionali. La pandemia è stata un’altra occasione di lucro, pur nella necessaria fornitura di una risposta vaccinale al pericolo del virus.

Non esistano leggi sulla trasparenza che tengano quando i CEO delle grandi compagnie vedono l’opportunità di gonfiare i bilanci con poco sforzo, e il vertice UE, che non risponde a nessun mandato popolare, ha risposto sull’attenti.

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