Alla Conferenza per la Sicurezza che si conclude oggi a Monaco abbiamo potuto ascoltare linguaggi e messaggi ben diversi tra loro sulla prospettiva di pace o di guerra in Europa.
“Ci sono forze che non vogliono che ci siano colloqui di pace per risolvere la crisi ucraina” ha affermato il diplomatico cinese Wang Yi, direttore della Commissione centrale per gli Affari esteri del Partito comunista cinese e membro del Politburo, intervenendo alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.
“Siamo profondamente preoccupati per la crisi prolungata in Ucraina”, ha detto Wang, chiarendo che Pechino è contraria a “cogliere vantaggi da questa crisi” ed è impegnata a “cercare di facilitare il dialogo” tra Russia e Ucraina.
“Nel secondo giorno dopo l’inizio della crisi, il 26 febbraio, il presidente Xi Jinping suggerì che Russia e Ucraina si sedessero e si parlassero per trovare una soluzione politica alla crisi”, ha ricordato Wang, che allora era ministro degli Esteri.
“In Bielorussia e in Turchia ci furono diversi cicli di colloqui di pace. Noi vedemmo un testo cornice per una risoluzione di pace. Ma fu fermato, non sappiamo perché. Il processo fu bloccato”, ha accusato il diplomatico e ha aggiunto: “Alcune forze non vogliono che i colloqui di pace si materializzino. Non si curano della vita e della morte degli ucraini, degli effetti sull’Europa e potrebbero avere obiettivi strategici più ampi della stessa Ucraina”.
E infine la promessa di una iniziativa a brevissimo termine. "Presenteremo una proposta con la posizione cinese per la soluzione politica della crisi ucraina", ha detto Wang Yi.
Assai diverso il linguaggio parlato dal segretario della Nato: “Noi dobbiamo dare all’Ucraina ciò di cui ha bisogno per vincere”, ha detto Jens Stoltenberg nel suo intervento alla conferenza per la sicurezza di Monaco.
Stoltenberg ha anche affermato che: “Qualcuno teme che il nostro supporto all’Ucraina possa portare a una escalation, ma voglio essere chiaro: non ci sono possibilità senza rischi ma l’opzione peggiore è che Putin vinca, perché se lo fa darà il messaggio agli altri regimi autoritari che si può prevalere con la forza”.
Con la Russia, ha spiegato il segretario generale della Nato, l’Europa ha creato legami di dipendenza energetica. “La dipendenza dal gas russo ha reso l’Europa vulnerabile”, ha detto il segretario generale. “Non dovremmo commettere con la Cina e altri regimi autoritari lo stesso errore fatto con la Russia”.
Infine, anche la presidente della Commissione europea von der Leyen ha riaffermato la linea guerrafondaia: “Dobbiamo fare pressione e continuare il massiccio sostegno militare che è necessario per fare fallire il piano imperialistico di Putin e permettere all’Ucraina di vincere”.
E poi non potevano mancare le parole del leader della “Iena d’Europa”, (la Polonia), il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki secondo cui “La Polonia è pronta a sostenere l’Ucraina inviando i suoi MiG-29“. “Oggi possiamo parlare di trasferire i nostri MiG come parte di una coalizione più ampia e siamo pronti per questo. La Polonia può solo far parte di una coalizione molto più ampia qui, una coalizione con gli Stati Uniti come leader”, ha detto il premier polacco.
Lontano dalla Conferenza dei piazzisti della guerra in corso a Monaco, il capo di Forza Italia, Berlusconi, ha replicato alle dichiarazioni del segretario del Partito Popolare Europeo, il tedesco Weber, anche lui schierato per l’intervento militare a sostegno dell’Ucraina: “Con il mondo sull’orlo di una guerra nucleare tra Russia e i Paesi della Nato – scrive Berlusconi – io vengo criticato perché sto chiedendo che insieme ai sostegni per l’Ucraina, da sempre condivisi e votati da Forza Italia, si apra immediatamente un tavolo per arrivare alla pace. Questo è un dovere per un partito come il Ppe”.
E sempre in Italia è stato reso noto il risultato dell’ultimo sondaggio su cosa pensa la popolazione italiana dell’invio di armi in Ucraina. Ancora una volta la maggioranza – il 52% – è contrario. Esattamente l’opposto di quanto ha votato il Parlamento e di quanto sostiene il Partito Trasversale della Guerra che tiene insieme neofascisti di FdI, PD e la banda Calenda-Renzi.
Contro la guerra è stata convocata per sabato 25 febbraio una manifestazione nazionale a Genova. Lo stesso giorno si manifesterà anche a Berlino. Chi è per la pace e contro l’escalation di guerra starà lì.
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