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25/02/2023

La pace è urgente

Si celebra il primo anniversario di quello che passerà alla storia come il crollo della ragion d’essere della UE: come un vaso di coccio fra potenze imperiali, l’europeismo è andato in frantumi.

Il mito di un’Europa colta, pacifica e democratica non ha retto alla crisi della globalizzazione, è finito con l’incapacità diplomatica di subire, come inermi spettatori, l’invasione dell’Ucraina e lo scoppio della guerra tra Federazione Russa e USA.

Assistiamo a una macabra celebrazione del primo anno di guerra in Europa, come unica forma politicamente possibile per risolvere lo scontro fra interessi finanziari, mercantili e geopolitici e ridefinire i rapporti di forza fra le tre potenze per la supremazia imperiale sul mondo.

Il tutto sulla testa dei cittadini europei e soprattutto sulla pelle degli ucraini, sui loro corpi di vittime designate a versare sangue che irrori il campo di battaglia della guerra imperialista, donne, uomini, vecchi e bambini rintanate come topi, usate come cavie di nuove forme di autoritarismo nazionalista, di democrazia illiberale.

Gli USA, attraverso la NATO hanno derubricato la Ue a “supply chain” logistico-militare per costringerla a una subalternità politica, diplomatica, economica e finanziaria di lungo periodo.

Mentre tuonano i cannoni, alimentati dalle munizioni comunitarie, mentre risuonano i peana bellicisti delle cosiddette cancellerie europee, gli USA ci stanno imponendo loro la supremazia del dollaro sull’euro, il peso dell’inflazione, gli extra-costi energetici, l’aumento delle spese militari, a scapito delle spese sociali.

Finanziando le loro multinazionali con risorse del bilancio federale statunitense, stanno sistematicamente tagliando la strada alle esportazioni dei manufatti e dei prodotti dell’area comune europea.

È bastato un solo primo anno di guerra per vanificare quasi del tutto gli effetti del New Generation Eu sull’economia europea

Biden da un lato, Putin dall’altro rivendicano un anno a loro proficuo, che ha rafforzato le rispettive leadership presso i rispettivi alleati. L’Europa, invece, subisce un fuori gioco epocale, quando è addirittura la Cina a mettere sul tavolo una proposta per arrivare a un negoziato, cui la Commissione europea ha rinunciato, per vile compiacenza ai dettami della Casa Bianca

Le classi dirigenti europee sono letteralmente in balia di eventi su cui non sanno, né riescono, né vogliono influire, in balia di politiche smaccatamente subalterne.

Le opinioni pubbliche europee, i movimenti politici dei diritti civili, le organizzazioni dei lavoratori, degli studenti, la cosiddetta società civile, gli intellettuali devono saper trovare al più presto un punto condiviso e combattivo di rottura e di svolta e far valere il peso dell’opposizione alle logiche belliciste, che favoriscono solo i più forti e fanno pagare alla maggioranza degli europei i costi della crisi, dell’inflazione, dell’approvvigionamento energetico, del riarmo.

La guerra è il solito maledetto espediente per tenere sotto il tallone degli anfibi ogni tentativo per migliorare la vita, per ottenere più uguaglianza, più reddito, più diritti.

Ecco perché la pace è urgente.

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