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04/03/2015

Il governo va in confusione sulla scuola

Il premier Renzi è andato decisamente in affanno sulla scuola. Il Consiglio dei Ministri di ieri, conclusosi dopo una discussione durata fino a tarda sera, ha dovuto rinunciare all'ennesimo decreto legge sulla "buona scuola" per adottare lo strumento del disegno di legge, che prevede quindi la discussione e l'iter parlamentare. Una decisione sicuramente migliore di quella originaria, ma che potrebbe avere ripercussioni sull'assunzione dei 148mila insegnanti precari che dovrebbero andare a coprire i buchi in organico nella pubblica istruzione e che sono supportati da una sentenza della Corte Europea di Giustizia. Renzi ha assicurato che le assunzioni dei precari “non slitteranno” ma in molti hanno suonato la campanella d’allarme perché si rischia che con il disegno di legge non vi siano più i tempi tecnici per l'assunzione entro settembre 2015, data di inizio del prossimo anno scolastico.

“Vorrei essere chiaro, oggi la Giannini ha introdotto il testo, ai colleghi ministri" ha detto Renzi in conferenza stampa "Una settimana di tempo. Non c'è rischio che saltino le assunzioni, sia per i docenti delle GaE che delle GM. Ma al parlamento della Repubblica chiediamo tempi non biblici, che legiferi senza la necessaria richiesta del governo del decreto d'urgenza." Il renzicottero ha provato così a rilanciare come fa di solito: "Facciamo una scommessa, - ha concluso - lanciamo la palla al Parlamento. Martedì prossimo lanceremo il Ddl, il  Parlamento ha il tempo sufficiente per procedere”. Ed anche il Ministro Giannini ha fatto riferimento al prossimo Consiglio dei Ministri: "Lo strumento legislativo per le assunzioni dei docenti lo decideremo martedì prossimo". "Per noi - ha concluso - le assunzioni sono una priorità e una urgenza. Quindi sarà uno strumento che consenta di ottenere questo risultato".

Ma intanto c'è qualcosa che non quadra. Ad esempio la bozza discussa ieri in Consiglio dei ministri, e illustrata dalla ministra Giannini, non sembra mantenere le promesse sui fondi stanziati. Nel testo su “La buona scuola”, infatti, si stanziava un miliardo per le nuove assunzioni mentre nella bozza si parla solo di 680 milioni, invece dei tre miliardi per gli anni successivi si stanziano circa 2,4 miliardi. Se, come al solito a dire l'ultima parola saranno i tecnici del Mef, sul piatto ci sarebbero meno fondi e dunque molti posti in meno rispetto ai 148 mila annunciati. Intanto vengono confermati dal governo i bonus e gli sconti per le scuole private, le quali tra finanziamenti statali e regionali, portano a casa ogni anno circa 800 milioni di euro sottratti dunque alla scuola pubblica.

Di fronte a questo pasticcio, è esplosa un po' ovunque la rabbia dei precari della scuola che potrebbero vedere ancora una volta – in tutto o in parte – disattese le proprie aspettative. Questa rabbia per ora si affida ai commenti sulla rete nei vari forum e siti dedicati alla scuola. Sul piano della mobilitazione probabilmente in molti attendono l'esito del prossimo Consiglio dei Ministri previsto per martedì della prossima settimana. Forse sarebbe meglio far sentire la propria voce prima, ma sul mondo del precariato della scuola pesa ancora una forte frammentazione che lo rende debole dal punto di vista del peso negoziale.

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