I media europei si stanno beando in questi giorni del divieto da parte dei cinesi della censura operata dal governo di Pechino nei confronti dell'autrice di un documentario che dimostra l'incredibile tasso di inquinamento nella capitale cinese, fonte di migliaia di morti l'anno e di un proliferare di infermità causate dalle microparticelle diffuse nell'aria dagli scarichi delle automobili e delle fabbriche.
Ma sono assai pochi i media che hanno invece riportato una notizia simile che riguarda l'Europa.
Dove centinaia di migliaia di cittadini rischiano una morte prematura nei prossimi vent'anni a causa dell'inazione dei governi sull'inquinamento atmosferico. E l'allarme non proviene da qualche eroico giornalista, ma dall'Agenzia europea per l'ambiente, che segnala che nel 2011 nel continente sono morte oltre 400mila persone a causa dell'inquinamento atmosferico. Nel suo rapporto quinquennale, l'Agenzia rileva anche che l'Europa è indietro rispetto a vari altri indicatori ambientali, come la perdita di biodiversità, l'allevamento intensivo e l'urbanizzazione, oltre che lo stato dei sistemi idrici sulla terraferma. Ci sono stati anche alcuni successi, come la diminuzione dell'inquinamento della acque costiere in molte aree, mentre i gas serra sono complessivamente diminuiti. Secondo l'Agenzia, se su tematiche come l'inquinamento industriale, dell'aria e la gestione dei rifiuti l'Europa sta facendo bene, le prospettive per i prossimi vent'anni sono però assai negative.
Il rapporto invita i governi dell'Unione Europea ad assumere un atteggiamento più "coordinato" nella trattazione delle questioni ambientali: un problema fondamentale è la mancanza di coordinamento tra diverse politiche mirate a correggere diversi aspetti del danno ambientale, che può condurre a un saldo negativo costi-benefici. Ad esempio, per oltre un decennio i governi europei hanno incentivato l'uso dei veicoli diesel, con regimi fiscali e di prezzo favorevoli. Questo ha contribuito al calo delle emissioni di gas serra da combustibili fossili usati per il trasporto, ma ha aumentato l'inquinamento atmosferico, perché i motori diesel emettono grandi quantità di particolato e biossido d'azoto, a differenza di quelli a benzina.
Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'Agenzia ha spiegato al Guardian che serve un approccio "sistemico" per la tutela dell'ambiente in Europa. "Non basta affrontare questi problemi in modo isolato. Sono collegati e il modo in cui li studiamo, li misuriamo e li affrontiamo deve essere collegato".
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