I rappresentanti dei miliziani della
città settentrionale siriana, riunitisi nella cittadina turca
frontaliera di Kilis assieme al capo dell’opposizione siriana in esilio
Khaled Khoja, continuano a non fidarsi del piano delle Nazioni Unite che
ha già incassato la disponibilità di Damasco a fermare l’aviazione e
l’artiglieria – senza però che fosse stabilita una data: Aleppo, in cui
la battaglia infuria da oltre due anni tra ribelli ed esercito, è troppo
strategica per fermarsi.
“Perché solo Aleppo – hanno chiesto gli
esponenti del Consiglio Rivoluzionario – e non le altre città della
Siria?” Con i cingolati di Damasco che a stento riescono ad avanzare
nell’accerchiamento della città – e nella chiusura di ogni via di
comunicazione con la Turchia per i rifornimenti di armi – il cessate il
fuoco proposto da de Mistura viene infatti considerato solo come una
pausa utile al presidente siriano per riorganizzare le sue forze.
Forze che, sebbene stentino a riconquistare totalmente Aleppo, continuano ad avanzare a sud della capitale Damasco: secondo
l’Osservatorio siriano per i diritti umani l’esercito, assieme alle
milizie leali ad Assad, ha preso il controllo di tre villaggi e diverse
colline intorno a Deraa dopo una serie di scontri che hanno
causato sette vittime tra i ribelli. La regione meridionale della Siria
al confine con la Giordania e con il Golan occupato da Israele è infatti
l’ultimo bastione della battaglia intrapresa dal presidente siriano per
assicurarsi la protezione di Damasco, schiacciando sia i cosiddetti
ribelli moderati sia i miliziani jihadisti di al-Nusra.
E assieme al piano Onu, cominciano
a crollare le vecchie strategie occidentali di armare gruppi di ribelli
per cacciare Assad: Harakat Hazm, la prima milizia armata apertamente
dagli Stati Uniti e addestrata dalla Cia in chiave anti-governativa
prima e anti-jihadista poi, ha annunciato ieri la sua dissoluzione
dopo la sconfitta subita nella regione di Idlib per mano del fronte
al-Nusra. Circa 30 membri della milizia sono infatti caduti sotto i
colpi dei jihadisti, che hanno strappato la base 46 sulla strada per
Aleppo e messo le mani sui missili anticarro Tow, generosamente offerti
da Washington ai ribelli da lei scelti per combattere Assad.
Intanto, l’Isis avrebbe rilasciato 19 degli oltre 200 cristiani assiri catturati la scorsa settimana nella provincia di al-Hasakeh. Una tribunale shariatico dei territori conquistati dai jihadisti avrebbe infatti ordinato la liberazione di 28 degli ostaggi, stando a quanto riportava l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ma di nove di loro non si hanno più notizie.
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