Vedremo presto se si tratta di “sfortunati incidenti” oppure di una deciso passo avanti nell’escalation bellica. Il gasdotto che collega la Russia alla Germania, il Nord Stream, è stato interrotto contemporaneamente su tre linee differenti.
Lunedì Nord Stream aveva annunciato che si era verificata un’emergenza nelle acque danesi presso il Nord Stream 2, con una diminuzione della pressione su una delle linee offshore. Successivamente, Nord Stream ha riferito che è stata registrata una diminuzione della pressione anche su altre due linee di Nord Stream.
Per quanto le infrastrutture sottomarine possano subire danni per i più diversi motivi, una tripla rottura contemporanea ha le stesse probabilità di un sei al Superenalotto.
I danni «avvenuti nello stesso giorno contemporaneamente su tre linee di sistema dei gasdotti offshore del sistema Nord Stream non hanno precedenti», secondo l’agenzia di stampa russa Ria Novosti che riporta il commento di uno degli operatori.
Come conseguenza immediata il prezzo del gas sul TTF di Amsterdam torna a salire (+6,64%) a circa 187 euro al megawattora, dopo tre giorni consecutivi di cali.
La perdita nello specifico si sarebbe verificata a sud-est di Dueodde, nella parte meridionale dell’isola di Bornholm, a metà strada tra Svezia e Polonia. Lo stesso Nord Stream ha affermato che “è impossibile dire quando i flussi potrebbero riprendere”.
La foto aerea qui di fianco mostra chiaramente l’entità della perdita, tanto che la guardia costiera svedese e la marina “hanno inviato un avvertimento di navigazione per le navi mercantili che dovrebbero stare lontano dall’area”.
Le navi devono mantenere una distanza di almeno cinque miglia nautiche, equivalenti a poco meno di dieci chilometri, dalla perdita. Il gasdotto è stato completato, ma i suoi rubinetti nel tratto costiero della città tedesca di Greifswald non sono stati aperti, in parte a causa dell’invasione russa in Ucraina a febbraio.
Anche la Germania, comunque, non esclude un sabotaggio, che equivarrebbe a una escalation della situazione di stallo energetico tra Russia ed Europa. Antony Blinken, segretario di stato Usa, ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno esaminando le notizie secondo cui le perdite sarebbero “il risultato di un attacco o di un qualche tipo di sabotaggio”.
Il quotidiano di Berlino Tagesspiegel scrive che la Germania non considera la contemporanea interruzione dei gasdotti una “coincidenza”. E anche la marina danese sembra avere pochi dubbi: “La nostra fantasia non riesce a trovare uno scenario diverso dall’ipotesi di un attacco mirato”, ha detto una fonte citata dal Tagesspiegel. “Tutto fa pensare che non sia stato un caso”.
Naturalmente il principale indiziato è lo schieramento Nato, sia per la posizione geografica dell’“incidente”, sia per la storica contrarietà statunitense a questa infrastruttura che collega Berlino e Mosca intorno ad un interesse strategico.
Per “coincidenza”, nella stessa giornata di ieri è stato inaugurato un altro gasdotto che passa nel Baltico, ma che collega i giacimenti della Norvegia, nel Mare del Nord, con la Polonia. Anche dal punto di vista simbolico, insomma, il messaggio non potrebbe essere più chiaro: si tagliano i ponti tra Europa e Russia, se ne aprono altri più “euro-atlantici”.
Lo stesso Blinken, commentando l'“incidente”, ha sottolineato la disponibilità Usa e fornire un po’ più di gas Gnl, ovviamente a un prezzo molto superiore a quello russo.
A completare il quadro va citato un tweet di Radek Sikorski, ex primo ministro polacco e ora presidente della delegazione UE-USA al Parlamento Europeo, decisamente lapidario: “grazie Usa!”
Non servono del resto grandi esperti per capire che sul fondo del mare è difficile realizzare “attentati” con qualche miliziano poco addestrato. Occorrono sommergibili o batiscafi, siluri, ecc. Tutta roba di cui la Nato, in zona, ha grande disponibilità.
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, nell’evidente intento di non aggravare la tensione, ha detto che “il Cremlino non esclude che la distruzione delle linee del gasdotto Nord Stream possa essere il risultato di un sabotaggio”, aggiungendo che “l’emergenza sulle linee del Nord Stream è un problema che riguarda la sicurezza energetica dell’intero continente”.
Una mezza ammissione di colpevolezza viene comunque anche da Tim McPhie, portavoce della Commissione Europea, che ha tenuto a precisare che “è prematuro speculare” sulle cause delle fughe di gas.
La situazione sta diventando ogni giorno più esplosiva, è proprio il caso di dire...
Fonte
Tutto questo per tacere del disastro ambientale determinato da simili quantità di gas metano liberate nell'ambiente.
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