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20/09/2022

L’insostenibile collaborazionismo della CGIL

Il comunicato della CGIL sulle notti passive, pagate due euro l’ora, nelle RSA di Livorno ha il merito di chiarire bene (per loro stessa ammissione) quale sia il ruolo che questi “sindacati” hanno ormai deciso di ricoprire.

Una cooperativa, tra le più grandi in Toscana, minaccia di chiudere le due strutture sanitarie perché, a suo dire, non riceve abbastanza soldi dal Comune. Gli operatori e le operatrici giustamente fanno pressione e si mobilitano, i dirigenti sindacali escono pubblicamente con dichiarazioni rivoluzionarie.

E poi cosa succede? Ci si appella al “senso di responsabilità”. Tradotto? Se mancano i soldi non si va dalla cooperativa a contestare la presunta crisi, non si va a mettere in discussione il sistema Regionale dell’assistenza con le sue rette tirate all’osso, non si va nemmeno dal Comune. Si firma un accordo per far lavorare gli operatori a 2 euro l’ora.

Alla fine, grazie a questi sindacati e al loro senso di responsabilità sono i lavoratori e le lavoratrici a dover pagare la presunta crisi. Parliamoci chiaro, questo è solo uno dei tanti esempi.

Quante volte abbiamo ascoltato dirigenti sindacali che si presentano alle assemblee dicendo che i lavoratori devono fare la loro parte sennò l’azienda chiude. Terrorismo psicologico per far ingoiare accordi su accordi al ribasso. Da quello che ha tolto di mezzo la scala mobile (che oggi più che mai sarebbe stata fondamentale) all’introduzione dei contratti precari perché sennò ci sarebbero stati licenziamenti.

Questo modo di operare viene sempre preceduto da dichiarazioni roboanti e minacce di mettere in campo fantomatiche lotte sindacali. Alla fine tutto si conclude allo stesso modo.

Bisogna essere però ancora più chiari. In tutta questa catena il ruolo di questi sindacati è quello più importante, quello che permette materialmente alle varie aziende di portare a casa il risultato. Non c’è nulla affidato al caso. In cambio il padrone di turno ti dà qualche briciola. Un cambio turno, qualche livello, una postazione meno faticosa, un contratto rinnovato di qualche mese, l’illusione che sia sufficiente essere riconosciuti al tavolo delle trattative per poter effettivamente cambiare le cose senza capire che ti riconoscono proprio per questo motivo.

Alla fine non arrivano mai in fondo alle vertenze. Con lo sciopero in porto sta succedendo la stessa identica cosa. Si fanno le lotte per far aumentare le tariffe sugli appalti ad alcuni imprenditori dando per scontato che poi gli stessi personaggi, una volta ottenuto il risultato, trasferiranno questi soldi ai lavoratori. Come no...

Paradossalmente, in certi casi, se il sindacato non ci fosse sarebbe meglio e questo i padroni lo sanno benissimo infatti in decine di aziende, quando vai a firmare la lettera di assunzione ci trovi la delega sindacale. Potrei fare mille esempi.

Noi siamo quelli che “fanno chiudere le aziende”, i populisti, quelli che non hanno senso di responsabilità, quelli non riconosciuti.

Ma guarda un po’ stiamo crescendo giorno dopo giorno.

Qualcuno firma accordi per lavorare a due euro l’ora e altri portano avanti vertenze (vere) per aumentare gli stipendi a fronte di un carovita insostenibile.

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