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29/09/2022

I gasdotti sabotati inutilizzabili per sempre? Un atto di guerra


Nonostante la disinformazione diffusa sui e dai media occidentali, il quadro delle responsabilità sul sabotaggio ai gasdotti che portavano il gas russo in Germania ed Europa si va definendo fin troppo chiaramente.

Il livello dei danni causati da sabotaggi condotti con “estrema professionalità”, in zone marine controllate dalla Nato, è coerente con l’obiettivo dichiarato di paesi come Usa, Polonia, Gran Bretagna e Repubbliche Baltiche di interrompere irreversibilmente le arterie energetiche tra Russia e Germania/Europa, una dinamica che non lascia troppi dubbi.

Il sabotaggio di una infrastruttura strategica come i due gasdotti presenta tutte le caratteristiche di un’azione bellica operata da “una parte della Nato” contro la Russia, ma anche un punto di non ritorno contro ogni “tentennamento europeo” sulle forniture di gas russo.

La guardia costiera svedese ha confermato una quarta perdita di gas nei due gasdotti Nord Stream. Lo riferisce al quotidiano Svenska Dagbladet il portavoce della guardia costiera, Jenny Larsson, secondo cui la quarta falla si trova nel gasdotto Nord Stream 2, a un livello intermedio fra le altre due riscontrate nel Nord Stream 1.

Secondo Larsson, delle quattro perdite di gas, due si trovano nella zona economica esclusiva della Svezia e le altre in quella danese, due aree sotto stretto controllo della Nato. Come dimostra la mappa in pratica è “il cortile di casa” della Nato.

A Berlino le orecchie fischiano dolorosamente. Fonti degli apparati di sicurezza tedeschi affermano che tre delle quattro condotte dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico potrebbero essere inutilizzabili per sempre a seguito delle falle che si sono aperte nelle tubature. Il primo è operativo da anni, il secondo è stato bloccato unilateralmente dalla Germania su esplicita pressione degli Stati Uniti.

Secondo tali fonti, se l’infrastruttura non verrà riparata rapidamente, le condotte saranno corrose dall’acqua del mare. Il ministero degli Esteri tedesco ha costituito una specifica unità di crisi per indagare e seguire le conseguenze dei sabotaggi ai due gasdotti che collegano la Russia con la Germania. Come primo passo, sono stati intensificati i controlli della Polizia federale nelle acque della Germania, in particolare lungo le rotte rilevanti per le infrastrutture critiche.

Gli incidenti sui gasdotti Nord Stream 1 e 2 sono avvenuti in una zona controllata dall’intelligence statunitense ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa Ria Novosti.

La Zacharova ha ricordato che gli incidenti si sono verificati nella zona economica esclusiva di Danimarca e Svezia, due paesi “legati alla Nato” e “completamente controllati dai servizi speciali statunitensi”. La Zakharova ha espresso la sicurezza che gli Stati Uniti avrebbero “il pieno controllo della situazione”.

La Procura generale russa ha comunicato l’apertura di un’indagine per terrorismo internazionale sui danni subiti dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico. Sul proprio canale Telegram, la magistratura ha affermato che, “non più tardi del 26 settembre 2022, presso l’isola di Bornholm, sono stati commessi atti intenzionali volti a danneggiare” le due infrastrutture. Tali incidenti hanno “inflitto alla Russia notevoli danni economici”.

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