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20/09/2022

L’interferenza altrui è sempre più scandalosa...

C’è chi può interferire a piacere e c’è chi no. Il tono della campagna elettorale italiana è ormai chiarissimo, e anche molto preoccupante per chi crede che la democrazia sia un processo sociale che deve portare a decisioni collettive piuttosto che una cerimonia una tantum dove si scegli un detersivo invece che un altro.

È stato ridicolo ma indicativo ascoltare Mario Draghi ironizzare sui “pupazzi” foraggiati coi soldi russi (300 milioni per partiti distribuiti in 20 paesi, durante gli ultimi otto anni; praticamente un caffè a ciascuno...). Ovvio che si dovesse pensare a Salvini e ai suoi emissari seduti nell’hotel Metropole di Mosca.

Poi SuperMario s’è alzato ed è andato negli Stati Uniti per ben quattro giorni, con la motivazione di dover ricevere il premio come “statista dell’anno” dalla Appeal of Conscience Foundation. Subito dopo si è esibito al World Statesman Award, organizzato dal rabbino Arthur Schneider.

Tra i personaggi pronti ad applaudirlo quell’anima candida di Henry Kissinger, che a 99 anni risulta ancora uno dei luciferi più lucidi sul fronte occidentale. Senza dimenticare – ricorda Repubblica – l’amministratore delegato del fondo di investimento Blackstone, Stephen A. Schwarzman, repubblicano, grande amico di Donald Trump e proprietario in solitaria di ben 33 miliardi di dollari.

Ma nessuno oserebbe gridare in questo caso all’interferenza. In fondo SuperMario non è candidato alle elezioni, ma “solo” l’indiziato principale per la carica di presidente della Repubblica, non appena Mattarella deciderà (da solo?) di farsi da parte.

Negli stessi giorni l’impagabile Enrico Letta se ne va in Germania e viene accolto dai vertici dell’Spd, in testa il segretario e cancelliere, Olaf Scholz, per ricevere l’investitura come garante dell’“europeismo” in Italia, unico presunto argine al (molto presunto) “sovranismo” della post-fascista Giorgia Meloni & co.

La quale, nelle stesse ore, tra una dichiarazione di fedeltà all’Unione Europea e un’altra agli Stati Uniti, non trova di meglio che augurarsi che “la vittoria di Fratelli d’Italia (ancora non c’è stata, chi glielo dice?) spiani la strada a qualcosa di simile in Spagna”, dove sono in ascesa i franchisti di Vox.

Si potrebbe andare avanti, ma si vede già chiaramente che le “interferenze” tra poteri e paesi, nell’Occidente neoliberista, sono la “normalità”, non l’eccezione. L’unica differenza sta in chi interferisce. Se sono gli Stati Uniti e la Germania, tutto ok. Se è qualcun altro, apriti cielo.

La nostra opinione è semplice e radicale. Una forza politica che voglia rappresentare gli interessi delle masse popolari di questo paese deve essere – e non solo sembrare – totalmente indipendente nelle sue scelte. Sia rispetto a “poteri” nazionali che internazionali.

Ciò non toglie che possano e debbano esistere sintonie ideali e politiche con partiti e movimenti di altri paesi (siamo internazionalisti, non per caso...), sulla base di visioni e obbiettivi comuni (non si cambia il mondo in un solo paese).

È quello che avviene – su tutt’altre basi – anche in “campo nemico”, tra le forze reazionarie di stampo nazionalista (Meloni, Salvini, Vox, Orbàn, Trump, ecc.) e quelle altrettanto reazionarie del grande capitale internazionale euro-atlantico (Draghi, Biden, Scholz, Macron, Truss, ecc.).

In ogni caso, la lotta politica ha un respiro e una portata internazionale, non è solo la rappresentazione sintetica della lotta di classe in un paese.

Vi immaginate cosa potrebbero dire – sia i vari Letta-Calenda-Renzi sia i Meloni-Salvini-Berlusconi – nel caso Unione Popolare si affermasse diventando così un soggetto stabile ed antagonista nel panorama politico italiano ed europeo?

Ai servi storici non viene neppure in mente che possa esistere qualcuno davvero indipendente.

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