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15/02/2023

Il futuro dell’Europa nelle mani dei guerrafondai

“Vogliamo che l’Ucraina vinca la guerra. Appartiene comunque alla famiglia europea, ma speriamo che trovi in Europa il futuro di cui ha bisogno (...) Non solo dobbiamo continuare l’assistenza militare all’Ucraina, ma dobbiamo intensificarla. E vorrei lanciare un appello a quei paesi che hanno moderni ed efficienti carri armati, che stanno solo raccogliendo polvere nei loro depositi, di darli all’Ucraina, e il più rapidamente possibile, perché questa primavera e la prossima estate saranno decisive e la guerra sarà decisa in primavera e in estate”.

Questo appello a gettare rapidamente i carri armati dei paesi europei nella guerra in corso in Ucraina è venuto dall’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, nel dibattito alla plenaria del Parlamento europeo sull’Ucraina.

“Abbiamo passato troppo tempo a discutere se avremmo fornito o meno i famosi carri armati Leopard mentre la Russia stava preparando la sua offensiva”, ha affermato il responsabile della politica estera e di sicurezza europea, aggiungendo con una grande dose di avventurismo che “Abbiamo passato troppo tempo a discutere di decisioni che avrebbero dovuto essere prese prima di temere di essere coinvolti in una pseudo belligeranza. Ma abbiamo detto che avremmo fornito carri armati e la terza guerra mondiale non è scoppiata”.

L’ossessione bellicista di Borrell dovrebbe suscitare legittime ed ampie preoccupazioni in tutta Europa, a est come a ovest. Sono proprio questi ossessi ad avere in mano poteri decisionali che gli andrebbero tolti prima possibile.

“La realtà sul campo è estremamente preoccupante al momento. Più di 360.000 soldati russi sono lì, il doppio rispetto a prima della guerra. La controffensiva russa è iniziata, anche se su piccola scala. E per la prima volta, l’Ucraina non ha il vantaggio di avere più truppe sul terreno” ha dichiarato Borrell.

Parallelamente ai deliri guerrafondai di Borrell, sono arrivate le dichiarazioni chiarificanti del segretario della Nato Stoltemberg sulla natura e la genesi della guerra in corso: “La guerra non è cominciata nel febbraio dello scorso anno, ma nel 2014. E dal 2014 gli alleati Nato hanno dato supporto all’Ucraina, con addestramenti ed equipaggiamenti. Quindi l’esercito ucraino era più forte nel 2022 di quanto fosse nel 2014 e questo ha fatto una grande differenza quando Putin ha attaccato”.

Alla fine la verità su questa guerra preparata da anni della Nato è emersa nitidamente dalle parole di Stoltemberg, alla vigilia del vertice di due giorni dei ministri della Difesa della Nato.

Stoltenberg ha poi sottolineato che adesso in Ucraina c’è bisogno di “armi pesanti”. “Il tipo di aiuto si è evoluto – ha spiegato ancora – e questo fa parte delle consultazioni che facciamo mano a mano tra alleati Nato e il gruppo di supporto all’Ucraina. E continueremo perché dobbiamo essere certi che l’Ucraina abbia le armi di cui ha bisogno così da poter riprendersi e liberare territori e vincere questa guerra”.

È ormai drammaticamente evidente che le classi dirigenti in Europa stanno trascinando il continente dentro la guerra contro la Russia, una guerra, appunto, cominciata dalla Nato nel 2014 quindi ben prima dell’attacco diretto della Russia nel febbraio del 2022.

Se l’Europa vuole avere ancora un futuro deve liberarsi di guerrafondai come Borrell e Stoltemberg e sostituirli con personale politico che abbia chiaro che la priorità è quella di fermare la guerra in corso e non di incentivarla fino all’esito più disastroso.

Fanno riflettere le parole del ministro degli Esteri russo secondo cui “La politica di Washington e dei suoi alleati europei di trasformare l’Ucraina in una testa di ponte anti-Russia ha raggiunto il punto di non ritorno”. Lavrov ha pronunciato queste parole alla plenaria della Duma.

Il problema è che molti punti di non ritorno sono già stati raggiunti in questi mesi. Non è rimasto molto tempo per fermare la corsa del treno della guerra, stavolta anche in casa nostra.

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