“Un conflitto prolungato contro la Russia non è vantaggioso per gli Stati Uniti”. La famigerata Rand Corporation, il think thank collegato al Pentagono e al governo degli Stati Uniti, ha rotto gli indugi e propina pillole di realismo nel pensiero e nella pianificazione dell’establishment di Washington riguardo alla guerra in Ucraina.
Finora i funzionari degli Stati Uniti e della NATO hanno sostenuto quasi senza esitazione e con entusiasmo ogni escalation del coinvolgimento occidentale nella guerra in Ucraina. Ultimo in ordine di tempo quello sull’invio di carri armati e missili a Kiev, mentre cresce la pressione per l’invio anche di jet militari.
Ma il nuovo documento di 32 pagine della Rand Corporation, rivelato dalla pagina web indipendente Zero Hedge, ha lanciato l’allarme sui pericoli di questo approccio, il che è apparso decisamente insolito, dato che il think tank è noto per essere il brain master dei falchi del complesso militare-industriale USA.
In molti lo ricordano per l’oltranzismo (e i fiaschi) nella guerra del Vietnam, quando la Rand Corporation era diventata tristemente famosa per aver alimentato la politica di contro insorgenza in Vietnam, Laos, Cambogia, Thailandia ma anche in America Latina.
Con un cambiamento di visione piuttosto significativo, adesso la Rand Corporation sostiene che in Ucraina “gli interessi degli Stati Uniti sarebbero meglio serviti evitando un conflitto prolungato” e che “i costi e i rischi di una lunga guerra… superano i possibili benefici“.
Il rapporto del think thank stabilisce che consentire al conflitto di protrarsi più a lungo, cosa che l’amministrazione Biden ha quasi garantito con la sua decisione della scorsa settimana di fornire carri armati avanzati, rappresenta di per sé un grave pericolo.
Nella pagina introduttiva del rapporto, gli analisti della Rand Corporation scrivono:
“Gli autori sostengono che, oltre a ridurre al minimo i rischi di una grave escalation, gli interessi degli Stati Uniti sarebbero meglio serviti evitando un conflitto prolungato. I costi e i rischi di una lunga guerra in Ucraina sono significativi e superano i possibili benefici di una tale traiettoria per gli Stati Uniti. Sebbene Washington non possa da sola determinare la durata della guerra, può adottare misure che rendano più probabile un’eventuale conclusione negoziata del conflitto”.
Il rapporto spiega poi il perché, da un punto di vista strategico basato sugli interessi reali degli Stati Uniti, ci siano pochi vantaggi per Washington nel ritiro russo del territorio dell’Ucraina dell’est; mentre permangono i rischi immensi e i costi elevati che ne sarebbero associati.
Lo studio sconsiglia gli sforzi in corso per punire economicamente e militarmente la Russia. Da essi deriverebbe che “un ulteriore indebolimento incrementale della Russia probabilmente non è più un vantaggio così significativo per gli interessi degli Stati Uniti“. In alternativa, avverte che l’impatto sui mercati dell’energia e del cibo nella spinta a tutti i costi di “mantenere lo stato ucraino economicamente solvibile” potrebbe non valere la pena, dato che questi costi non faranno che “moltiplicarsi nel tempo”.
Analogamente ad alcuni recenti resoconti dei media basati sul riluttante riconoscimento dei funzionari statunitensi, la Rand Corporation sottolinea anche che il proseguimento degli aiuti militari NATO all’Ucraina “potrebbe anche diventare insostenibile dopo un certo periodo“, data la probabilità che la Russia possa “invertire le conquiste ucraine sul campo di battaglia”.
Un’altra ammissione cruciale nel documento è che la guerra in Ucraina distrae e spreca preziose risorse di difesa lontano da un altro importante teatro di operazioni: la Cina e l’Asia orientale.
Si afferma infatti che: “Al di là del potenziale di guadagni russi e delle conseguenze economiche per l’Ucraina, l’Europa e il mondo, una lunga guerra avrebbe anche conseguenze per la politica estera degli Stati Uniti. La capacità degli Stati Uniti di concentrarsi sulle altre sue priorità globali, in particolare la competizione con la Cina, rimarrà limitata fintanto che la guerra assorbirà il tempo degli alti responsabili politici e le risorse militari statunitensi. E sebbene la Russia dipenderà maggiormente dalla Cina indipendentemente da quando la guerra finirà, Washington ha un interesse a lungo termine nel garantire che Mosca non diventi completamente subordinata a Pechino. Una guerra più lunga che aumenti la dipendenza della Russia potrebbe fornire alla Cina vantaggi nella sua competizione con gli Stati Uniti”.
Pertanto, il coinvolgimento aperto e approfondito del Pentagono nell’aiutare l’Ucraina a respingere la Russia alla fine avvantaggia Pechino.
Ma a questo punto cosa si può fare? Gli autori del rapporto raccomandano di mettere in atto immediatamente, per quanto cautamente, un processo di coinvolgimento degli alleati sul cambiamento di strategia:
“Un drastico cambiamento improvviso della politica statunitense è politicamente impossibile, sia a livello nazionale che con gli alleati, e in ogni caso non sarebbe saggio. Ma lo sviluppo di questi strumenti ora e la loro socializzazione con l’Ucraina e con gli alleati degli Stati Uniti potrebbe aiutare a catalizzare l’eventuale avvio di un processo che potrebbe portare questa guerra a una fine negoziata in un lasso di tempo che servirebbe gli interessi degli Stati Uniti. L’alternativa è una lunga guerra che pone grandi sfide per gli Stati Uniti, l’Ucraina e il resto del mondo”.
Il “rinsavimento” di un covo di falchi come la Rand Corporation, è rivelatore di come stia aumentando la consapevolezza che il mondo occidentale sia diretto al disastro se continua questa spinta bellicista per sostenere Kiev a tutti i costi e senza una via di uscita negoziale.
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