Dopo il Brasile anche l’Argentina. Il processo di sganciamento dal dollaro per i pagamenti internazionali comincia decisamente a correre in America Latina.
A cominciare da questo mese l’Argentina userà l’equivalente di 1,04 miliardi di dollari in yuan per pagare le importazioni di beni strumentali dalla Cina. A confermarlo è stato il ministro dell’Economia, Sergio Massa, annunciando un’intesa che permetterà a Buenos Aires di contenere le perdite nelle riserve monetarie della Banca Centrale.
L’accordo – i cui dettagli sono stati illustrati insieme all’ambasciatore cinese in Argentina, Zou Xiaoli e al presidente della Banca centrale Miguel Pesce – è stato reso possibile dall’attivazione dell’ultimo segmento dello “swap” monetario che i due Paesi hanno firmato a novembre scorso.
Questo strumento ha permesso all’Argentina di disporre dell’equivalente di cinque miliardi di dollari in riserve monetarie, portando la partecipazione cinese al 48 per cento delle casse statali argentine.
Secondo il ministro Massa, “a seguito di un accordo con diverse aziende”, il governo ha riprogrammato lo strumento di pagamento per queste importazioni originarie della Cina, che “cessano di pesare sul deflusso” di dollari e “diventano parte del deflusso di yuan”.
“Questo migliora le prospettive delle riserve nette argentine. Ci dà più libertà e aggiunge capacità operativa da parte della Banca centrale argentina, in questi giorni in cui abbiamo dovuto prendere la decisione di intervenire contro coloro che, pensando che non avessimo capacità economica come Stato, speculavano e sovra-speculavano”, ha detto il ministro.
Di fronte al complesso contesto internazionale del 2022 per il sistema economico e finanziario globale, diversi Paesi hanno scelto di avviare un processo di “de-dollarizzazione” e di rafforzamento delle proprie valute nazionali o di altre alternative.
In America Latina, il Brasile ha preso l’iniziativa all’inizio di quest’anno, quando ha iniziato il percorso promuovendo l’uso dello yuan per le operazioni commerciali con i suoi principali partner, sfidando il dominio della valuta statunitense.
D’altra parte, Argentina e Brasile, che condividono e guidano il Mercato Comune del Sud (Mercosur), stanno attualmente discutendo la possibilità di creare una moneta comune, con l’obiettivo di “incrementare il commercio e l’integrazione nel mondo senza perdere” la loro “sovranità e libertà economica”.
Questo fenomeno globale ha preso slancio da quando i BRICS, che comprendono Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, hanno annunciato alla fine di marzo la creazione di un sistema economico alternativo a quello euroatlantico che comprende una valuta di riserva “fondamentalmente nuova”.
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