Migliaia di lavoratori delle ferrovie britanniche sciopereranno nuovamente il prossimo 13 maggio dopo che il sindacato RMT ha respinto l’ultima offerta salariale delle compagnie ferroviarie, un’escalation in un conflitto sindacale di lunga data che ha causato scioperi dirompenti dalla scorso estate.
Il sindacato nazionale dei lavoratori ferroviari, marittimi e dei trasporti (RMT) ha dichiarato giovedì di aver ricevuto un chiarimento dagli operatori ferroviari secondo cui un pagamento del 5% per il primo anno sarebbe stato effettivo solo se l’RMT non avesse tenuto ulteriori scioperi.
Mentre era stato raggiunto un accordo col gestore pubblico Network Rail prosegue la protesta con le compagnie del settore, rappresentate dal Rail Delivery Group, dopo che le Trade Union hanno respinto l’ultima offerta di un aumento degli stipendi giudicandola inadeguata.
Gli iscritti del sindacato RMT, il più combattivo e meglio organizzato tra il personale ferroviario, incroceranno le braccia il 13 maggio, mentre i macchinisti di Aslef il 12 e il 31 dello stesso mese e anche il 3 giugno.
Intanto in Gran Bretagna, come avvenuto in Italia, la legislazione che costringerebbe parte del personale a lavorare durante gli scioperi sta passando in parlamento, sponsorizzata dal segretario agli affari, Grant Shapps.
Mick Lynch, segretario generale del sindacato RMT, ha affermato che le proposte contenute nel disegno di legge sugli scioperi (livelli minimi di servizio) “non funzioneranno”. Ha detto che il disegno di legge, ora alla Camera dei Lord, lascerebbe i datori di lavoro in una “posizione odiosa” di dover licenziare i lavoratori che si rifiutano di rompere uno sciopero.
Le misure contenute nel disegno di legge conferirebbero ai ministri il potere di decidere i livelli minimi di servizio durante gli scioperi in parti del settore pubblico, comprese le scuole, i servizi sanitari e di emergenza e le ferrovie.
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