Dopo la “pretesa” di Zelenski sui tempi e le caratteristiche delle forniture d’armi, il governo di Kiev sembra essere in preda ad una vera e propria insaziabilità in termini di armi.
In questo clima di bulimia adesso è il turno del vice ministro degli Esteri dell’Ucraina, Andrij Melnyk, il quale ha ringraziato gli alleati per gli aiuti militari concessi finora ma, ha aggiunto, “non è abbastanza”. L’Ucraina, ha scritto Melnyk su Twitter, “ha bisogno di dieci volte di più”.
Melnyk ha così lanciato un appello ai Paesi occidentali, affinché investano l’1% del loro prodotto interno lordo per acquistare armi per l’Ucraina. Per soddisfare la richiesta del vice ministro ucraino, l’Italia basandosi sui dati Istat per il 2022, dovrebbe investire in spese militari circa altri 19,1 miliardi di euro. La Germania, invece, dovrebbe spendere 38,67 miliardi.
Occorre ricordare che già la Nato ha chiesto agli stati membri di portare le loro spese militari al 2% del Pil. Ci mancava solo l’incremento di scopo per armare l’Ucraina.
Non è un caso che, nei giorni scorsi, lo stesso segretario della Nato, il guerrafondaio Stoltemberg, aveva dovuto rammentare con un certo tatto al presidente ucraino che continuava a battere cassa e armamenti, che i paesi alleati hanno già fatto pervenire 65 miliardi di aiuti militari a Kiev.
Mercoledì prossimo, 26 aprile, al Palazzo dei Congressi di Roma si terrà la Conferenza bilaterale Italia-Ucraina sulla ricostruzione. Un evento che vorrebbe consentire a Governo, enti e imprese italiane di formulare proposte concrete per rispondere alle necessità di Kiev, in termini sia nel breve che nel medio-lungo periodo.
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