Le elezioni del 28 luglio in Venezuela fanno riflettere su ciò che sta realmente accadendo, non solo in Colombia, ma anche nel mondo.
Stiamo passando da una società superata a un’altra che, secondo gli slogan della scienza politica, deve essere sostituita.
È indiscutibile che il capitalismo nella sua ultima fase, il neoliberismo, ha creato un fiume di disastri e conflitti che ogni volta preannunciano un esito incalcolabile. Almeno questa è l’immagine che la destra sta lasciando nell’aria e che l’essere umano non deve permettere in nessuna maniera.
Molto è stato fatto per giudicare Maduro. Ognuno nella misura del suo odio. Molti presidenti colombiani hanno usato il loro fanatismo per eliminarlo, la destra internazionale orchestrata da Washington ha eretto barriere sempre più criminali contro il processo bolivariano e lui ha superato tutti i loro errori.
Un “dittatore” piuttosto raro Maduro, che convoca le elezioni in conformità con la costituzione del suo Paese; che fa campagna elettorale andando di villaggio in villaggio, dove il popolo esce per abbracciarlo; che prepara ogni dettaglio per la tornata elettorale, la quale funziona all’interno di un Paese che fin dall’inizio ha creato un sistema elettorale, il più moderno e trasparente dell’Universo; che ha allestito una emittente satellitare per informare il mondo delle sue iniziative rivoluzionarie, per educare nel più alto senso pedagogico, tanto da far dichiarare all'ex presidente argentino Nestor Kirchner che “non vado a letto senza aver guardato Tele Sur”.
Nel 1990, quando l’Unione Sovietica, che rappresentava una società comunista, è crollata, ha fatto un passo avanti “fantastico” perché non ha dovuto aspettare lo sviluppo che il capitalismo ha portato con sé.
La Russia fu invasa dalla violenza, dal narcotraffico e dalla corruzione, cioè dal neoliberismo. Poi è emerso un leader, Putin, in grado di raddrizzare il suo Paese, mentre la Cina in 20 anni ha sviluppato al massimo il capitalismo per poi ripulirlo dalle sue grandi fallacie e iniziare lo sviluppo di una nuova società, quella socialista.
E cosa stiamo guardando: due mondi, che rappresentano due tendenze a cui la Rivoluzione francese ha dato un nome per la transizione dal feudalesimo al capitalismo: la destra e la sinistra.
La destra era con il Re e la sua corte, che nella mente dei cittadini proveniva da Dio. La sinistra è emersa come il potere del popolo, la difesa dei suoi diritti.
Ci sono contenuti, anche benintenzionati, sui social network che avvertono, quando si affronta la questione, che non si tratta di destra e sinistra, per così dire! Non è altro che la “lotta in Ucraina”, o il “genocidio in Palestina”.
Ma non esiste un capitalismo con un futuro, anche se alcuni politici cercano di aggiustarne e abbellirne il volto. Un volto che il presidente argentino Milei ha ben chiarito: “un aggiustamento per rendere più ricche le grandi imprese e le multinazionali, e per spingere i poveri nella moderna schiavitù”.
Il capitalismo decadente è stato “disturbato” da uomini di alto livello mentale che si sono accorti del disastro ambientale e delle disuguaglianze sociali, sempre più tendenti all’infinito.
Lo ha fatto Fidel Castro e più tardi, quando la Guerra fredda stava “sopportando” l’evolversi del sistema, lo ha fatto Hugo Chavez.
Le elezioni del 28 luglio sono servite anche a chiarire la sublime forza e sicurezza di una società che digerisce la propaganda yankee fatta di falsità e sommerge l’ignoranza che questa ha iniettato per anni nelle menti inoperose di persone che aspirano solo ad arricchirsi, un giorno.
È chiaro che capi di governo come Lula e Petro hanno molto da imparare dalla Rivoluzione bolivariana.
Il presidente Maduro, dopo aver visto il suo Paese invaso da ogni tipo di aggressione; dopo aver dovuto portare cibo ai venezuelani nelle loro case; dopo aver visto morire i pazienti per mancanza di medicinali; dopo aver esaurito i vaccini durante la pandemia – con la complicità dell’OMS; “Nico”, come lo chiama il suo popolo, è stato in grado di salvare la patria come il liberatore Simón Bolívar aveva fatto secoli fa.
In questo momento in Venezuela si stanno svolgendo le assemblee comunali: è lì che si discutono i bisogni della popolazione ed è lì che si forma la coscienza politica in questo lavoro.
Naturalmente, l’inganno dei media non copre l’intero universo. C’è senza dubbio un altro spazio in Oriente con una visione umana e progressista che ha già ampiamente risolto le difficoltà sofferte da questo Occidente, che è pieno di bugie.
In Colombia, la barbarie del capitalismo e la creazione delle basi per una nuova società si incontrano. Non è “solo Petro” che deve prendere il potere, oggi ancora nelle mani dell’oligarchia. Sono i lavoratori, i produttori di ricchezza!
E per questo devono prepararsi, organizzarsi in comuni, in quartieri, per eleggere i loro leader che eleggeranno direttamente i consiglieri, i deputati e poi saranno loro a legiferare, a eleggere la magistratura e il presidente.
È il potere del popolo, senza circostanze attenuanti, a realizzare una vera democrazia. Una democrazia partecipativa che li veda protagonisti.
Stiamo passando da una società superata a un’altra che, secondo gli slogan della scienza politica, deve essere sostituita.
È indiscutibile che il capitalismo nella sua ultima fase, il neoliberismo, ha creato un fiume di disastri e conflitti che ogni volta preannunciano un esito incalcolabile. Almeno questa è l’immagine che la destra sta lasciando nell’aria e che l’essere umano non deve permettere in nessuna maniera.
Molto è stato fatto per giudicare Maduro. Ognuno nella misura del suo odio. Molti presidenti colombiani hanno usato il loro fanatismo per eliminarlo, la destra internazionale orchestrata da Washington ha eretto barriere sempre più criminali contro il processo bolivariano e lui ha superato tutti i loro errori.
Un “dittatore” piuttosto raro Maduro, che convoca le elezioni in conformità con la costituzione del suo Paese; che fa campagna elettorale andando di villaggio in villaggio, dove il popolo esce per abbracciarlo; che prepara ogni dettaglio per la tornata elettorale, la quale funziona all’interno di un Paese che fin dall’inizio ha creato un sistema elettorale, il più moderno e trasparente dell’Universo; che ha allestito una emittente satellitare per informare il mondo delle sue iniziative rivoluzionarie, per educare nel più alto senso pedagogico, tanto da far dichiarare all'ex presidente argentino Nestor Kirchner che “non vado a letto senza aver guardato Tele Sur”.
Nel 1990, quando l’Unione Sovietica, che rappresentava una società comunista, è crollata, ha fatto un passo avanti “fantastico” perché non ha dovuto aspettare lo sviluppo che il capitalismo ha portato con sé.
La Russia fu invasa dalla violenza, dal narcotraffico e dalla corruzione, cioè dal neoliberismo. Poi è emerso un leader, Putin, in grado di raddrizzare il suo Paese, mentre la Cina in 20 anni ha sviluppato al massimo il capitalismo per poi ripulirlo dalle sue grandi fallacie e iniziare lo sviluppo di una nuova società, quella socialista.
E cosa stiamo guardando: due mondi, che rappresentano due tendenze a cui la Rivoluzione francese ha dato un nome per la transizione dal feudalesimo al capitalismo: la destra e la sinistra.
La destra era con il Re e la sua corte, che nella mente dei cittadini proveniva da Dio. La sinistra è emersa come il potere del popolo, la difesa dei suoi diritti.
Ci sono contenuti, anche benintenzionati, sui social network che avvertono, quando si affronta la questione, che non si tratta di destra e sinistra, per così dire! Non è altro che la “lotta in Ucraina”, o il “genocidio in Palestina”.
Ma non esiste un capitalismo con un futuro, anche se alcuni politici cercano di aggiustarne e abbellirne il volto. Un volto che il presidente argentino Milei ha ben chiarito: “un aggiustamento per rendere più ricche le grandi imprese e le multinazionali, e per spingere i poveri nella moderna schiavitù”.
Il capitalismo decadente è stato “disturbato” da uomini di alto livello mentale che si sono accorti del disastro ambientale e delle disuguaglianze sociali, sempre più tendenti all’infinito.
Lo ha fatto Fidel Castro e più tardi, quando la Guerra fredda stava “sopportando” l’evolversi del sistema, lo ha fatto Hugo Chavez.
Le elezioni del 28 luglio sono servite anche a chiarire la sublime forza e sicurezza di una società che digerisce la propaganda yankee fatta di falsità e sommerge l’ignoranza che questa ha iniettato per anni nelle menti inoperose di persone che aspirano solo ad arricchirsi, un giorno.
È chiaro che capi di governo come Lula e Petro hanno molto da imparare dalla Rivoluzione bolivariana.
Il presidente Maduro, dopo aver visto il suo Paese invaso da ogni tipo di aggressione; dopo aver dovuto portare cibo ai venezuelani nelle loro case; dopo aver visto morire i pazienti per mancanza di medicinali; dopo aver esaurito i vaccini durante la pandemia – con la complicità dell’OMS; “Nico”, come lo chiama il suo popolo, è stato in grado di salvare la patria come il liberatore Simón Bolívar aveva fatto secoli fa.
In questo momento in Venezuela si stanno svolgendo le assemblee comunali: è lì che si discutono i bisogni della popolazione ed è lì che si forma la coscienza politica in questo lavoro.
Naturalmente, l’inganno dei media non copre l’intero universo. C’è senza dubbio un altro spazio in Oriente con una visione umana e progressista che ha già ampiamente risolto le difficoltà sofferte da questo Occidente, che è pieno di bugie.
In Colombia, la barbarie del capitalismo e la creazione delle basi per una nuova società si incontrano. Non è “solo Petro” che deve prendere il potere, oggi ancora nelle mani dell’oligarchia. Sono i lavoratori, i produttori di ricchezza!
E per questo devono prepararsi, organizzarsi in comuni, in quartieri, per eleggere i loro leader che eleggeranno direttamente i consiglieri, i deputati e poi saranno loro a legiferare, a eleggere la magistratura e il presidente.
È il potere del popolo, senza circostanze attenuanti, a realizzare una vera democrazia. Una democrazia partecipativa che li veda protagonisti.
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La Camera Elettorale del Tribunale Superiore di Giustizia (TSJ) ha convalidato i risultati delle votazioni, forniti dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE).
Questi i sette punti della parte principale della sentenza:
1) Edmundo González (il candidato della destra teleguidato dagli Stati Uniti, l’unico che abbia contestato i risultati e dato il via agli incidenti di piazza), non si è mai presentato a nessuna convocazione giudiziaria. Questo viene considerato un vero e proprio oltraggio della Corte e della legge.
2) I tre principali partiti della coalizione PUD, con l’importante governatore dello stato di Zulia, Manuel Rosales, si sono presentati davanti al TSJ, ma NON hanno consegnato il materiale elettorale della loro struttura di testimoni (procuratori), così come qualsiasi prova di eventuali brogli.
3) La perizia di tutto il materiale fornito dal CNE (ufficiale), da 33 dei 38 partiti (di governo e di opposizione) e da 9 dei 10 candidati conferma la validità di quanto riportato dal CNE.
4) La stessa perizia, condotta con una società internazionale, ha confermato che gli atti presenti nei computer dei centri di voto coincidono con le registrazioni in mano ai Centri di raccolta dei dati del CNE.
5) Il TSJ, quindi, CONVALIDA il trionfo di Nicolás Maduro.
6) Allo stesso modo, il TSJ ha sollecitato il CNE a pubblicare il “Bollettino elettorale” con i risultati disaggregati, entro la scadenza legale – prevista dall’articolo 155° della Legge elettorale venezuelana – per i 30 giorni successivi alle elezioni (28 luglio/28 agosto).
7) Il TSJ incarica la Procura di Stato di indagare sui fatti e sui responsabili della pagina di dati apocrifi e falsi “Resultados VZLA”.
Fonte
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