L'attacco ucraino nel Kursk, scrive il New York Times, “ha distrutto ogni prospettiva di un cessate il fuoco tra i due Paesi”. Kiev ha optato “per una scommessa rischiosa”, sperando che l’invasione del Kursk le conceda una leva per raggiungere un accordo vantaggioso con il Cremlino. Secondo due ex funzionari russi interpellati dal quotidiano, però, l’Ucraina non ha fatto che allontanare la prospettiva di un cessate il fuoco: Putin, messo in forte imbarazzo dalla presenza militare ucraina sul territorio russo, “non mira alla fine delle ostilità, ma alla vendetta”.
Il quotidiano statunitense ha dato voce oggi ai sospetti che aleggiano da giorni sui motivi che hanno spinto l’Ucraina ad attaccare il territorio della Russia, rilanciando una escalation della guerra che alcuni avrebbero voluto invece congelare. Tra questi, con una certa probabilità, anche settori dell’amministrazione Usa alle prese con una rognosissima campagna elettorale. I “cattivi consiglieri di Kiev” in questo caso, parlerebbero più lingua europea che statunitense.
L’Ucraina sostiene che la fulminea offensiva militare intrapresa questo mese nella regione russa di Kursk possa spingere il presidente russo Vladimir Putin ad accettare una soluzione negoziale al conflitto, ma il rischio è che il Cremlino decida invece di intensificare lo sforzo bellico, e di “vendicarsi” su Kiev, scrive il quotidiano New York Times.
Nelle scorse settimane Zelensky aveva segnalato pubblicamente la volontà di dialogare con la Russia per porre fine al conflitto. Il presidente ucraino aveva menzionato la possibilità di porre fine alla guerra quest’anno, aveva inviato il ministro degli Esteri in Cina e aveva tenuto una serie di incontri internazionali auspicando di “aprire la strada a una soluzione più ampia”. In segreto, però, Kiev preparava l’offensiva militare che in una decina di giorni ha portato alla conquista di decine di insediamenti russi nella parte occidentale della regione di Kursk.
Non è affatto chiaro, secondo il New York Times, se “la combinazione di pressione militare e diplomatica” assunta a strategia da Kiev possa funzionare contro il presidente russo, che finora “ha affrontato ostacoli politici ed economici in patria e ha dimostrato di essere disposto a pagare costi elevati per sconfiggere l’Ucraina”.
Il quotidiano sottolinea come l’opinione pubblica russa continui a sostenere Putin, e si aspetti da quest’ultimo una risposta militare allo smacco subito nelle ultime settimane. L’economista e politico russo Grigorij Javlinskij, che ha incontrato Putin lo scorso ottobre per tentare di convincerlo a negoziare un cessate il fuoco, ha dichiarato al New York Times che l’offensiva ucraina ha cancellato ogni possibilità di una interruzione del conflitto entro la fine di quest’anno. “Gli eventi appena accaduti hanno ridotto tutte queste possibilità; le hanno completamente rimosse dall’agenda”, ha detto Javlinskij.
Secondo il New York Times, ci sono già segnali in questo senso: la Russia ha sospeso la propria partecipazione a un incontro per il cessate il fuoco che era stato organizzato con la mediazione del Qatar questo mese. Yuri Ushakov, consigliere di politica estera di Putin, ha dichiarato che l’offensiva ucraina rende impossibile dialogare con l’Ucraina. Il quotidiano evidenzia però anche la prospettiva di molti ucraini, secondo cui Putin non ha mai avuto alcuna intenzione di mediare una fine del conflitto, e quest’ultimo possa dunque concludersi solo infliggendo alla Russia una sconfitta militare.
Ma l’avanzata delle truppe di Kiev sul territorio russo è costata al corpo d’invasione ucraino, composto da circa una mezza dozzina di brigate e pochi battaglioni indipendenti più unità di supporto, un numero significativo di preziosi veicoli corazzati e potenzialmente decine di soldati.
Oltre ai carri armati britannici Challenger (di cui tre risultano distrutti nei combattimenti di questi giorni), gli ucraini stanno impiegando sul territorio russo veicoli da combattimento Bradley, Stryker e Marder 1A3 oltre a obici M777, blindati trasporto truppe francesi VAB e MRAPP statunitensi MaxxPro mentre tre lanciarazzi campali HIMARS sarebbero stati distrutti dai russi nella regione di confine di Sumy da dove offrivano supporto di fuoco alle truppe ucraine nel territorio di Kursk.
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