“Dobbiamo continuare a fornire all’Ucraina l’equipaggiamento e le munizioni di cui ha bisogno per difendersi dall’invasione russa. Ciò è vitale affinché l’Ucraina possa rimanere combattiva”, ha sottolineato in una nota il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, davanti agli ambasciatori dell’Alleanza ieri al termine del Consiglio Nato-Ucraina richiesto da Kiev. Secondo una fonte diplomatica citata dalla France Presse, alcuni Stati membri hanno anche chiesto la revoca delle limitazioni all’uso delle armi pesanti sul territorio russo, come richiesto dal presidente ucraino Zelensky.
Zelensky chiederà a entrambi i candidati alla presidenza degli Stati Uniti di rimuovere le limitazioni che impediscono a Kiev di usare le armi a lungo raggio in profondità in territorio russo, in particolare gli Atacms di fabbricazione statunitense e i missili Storm Shadow di fabbricazione britannica. Per questa ragione – rivela il giornale statunitense Politico – il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov e il consigliere di Zelensky, Andriy Yermak, presenteranno agli Stati Uniti una lista di obiettivi a lungo raggio da colpire in Russia.
Per avere una idea chiara dell’avventurismo dei vertici militari ucraini, sono emblematici alcuni passaggi di una intervista rilasciata al quotidiano La Stampa da Roman Kostenko detto “Cyborg”, capo di una divisione di forze speciali di Kyev.
Alla domanda se la centrale nucleare russa di Kurchatov sia un obiettivo risponde: “Certo, ma non ci siamo ancora arrivati. Se riuscissimo a tenere sotto controllo le centrali atomiche russe, come loro fanno con Zaporizhzhia, questo darebbe parità al percorso della guerra”. In altro passaggio afferma con una sorta di arrogante follia: “Intanto, segnate, siamo l’unico Paese al mondo ad aver attaccato uno Stato nucleare”. Affermazione tra l’altro non esatta, visto che anche Israele – uno stato nucleare – è stata attaccata dalla Resistenza palestinese.
Se si mettono armi potenti in mano a gente come questa, la terza guerra mondiale non diventa più uno scenario distopico ma una certezza.
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