Nei giorni scorsi il Consiglio presidenziale di Tripoli aveva annunciato la sostituzione del governatore Al-Siddiq Al-Kabir e del board della banca, richiesta che Al-Kabir aveva però rispedito al mittente, chiedendo una decisione comune tra l’Alto consiglio di Stato di Tripoli e la Camera dei Rappresentanti di Bengasi.
Prima di Haftar l’autoproclamato gruppo dei “Giovani delle attività petrolifere e sociali delle città oasi” aveva minacciato di chiudere i giacimenti dopo la decisione del Consiglio presidenziale della Libia di rimuovere Siddiq al Kabir dal ruolo di governatore della Banca centrale. Secondo fonti di “Agenzia nova”, i giacimenti potrebbero essere chiusi nelle regioni oasi nel sud-est del Paese già a partire da oggi, 27 agosto.
Nel frattempo il Consiglio presidenziale di Tripoli ha proceduto anche a nominare il vice governatore Abdul Fattah Abdel Ghaffar governatore ad interim della Banca centrale della Libia, che si occuperà di tutti i compiti e degli accordi finanziari fino a nuovo avviso.
Non è tardata ad arrivare la reazione del governo parallelo di Bengasi e ripresa dall’Ansa.
“A causa dei ripetuti attacchi di gruppi fuorilegge, con l’istigazione e l’assistenza dell’usurpato Consiglio presidenziale, allo scopo di controllare illegalmente la più importante istituzione finanziaria del Paese, che è la Banca Centrale della Libia, ignorando tutte le decisioni e le leggi emanate dalla Camera dei Rappresentanti e dal Consiglio di Stato, nonché la legislazione finanziaria dello Stato, ignorando quanto emesso dalla magistratura in merito alla sospensione delle decisioni errate perché rappresentano una palese e chiara usurpazione di potere, il governo di Bengasi dichiara lo stato di forza maggiore su tutti i giacimenti petroliferi, porti, istituzioni e installazioni, e blocca la produzione e l’esportazione di petrolio fino a ulteriore avviso e invita tutte le autorità competenti affiliate al governo libico, ciascuna secondo la propria posizione e responsabilità, a mettere in pratica la questione con urgenza”si legge nel comunicato delle autorità di Bengasi che rispondono al gen. Haftar.
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