Ancora non è chiaro però di quale Paese però Badi parli. Nonostante l’offensiva del blocco sunnita a
guida saudita in Yemen, infatti, i ribelli houthi hanno continuato
anche ieri la loro avanzata nella città meridionale di Aden riuscendo a
conquistare alcuni quartieri. Secondo quanto riferiscono alcuni
abitanti, gli oppositori di Hadi avrebbero attaccato con carri armati
case e negozi nel distretto di Khormaksar. La scorsa notte, inoltre,
violenti scontri tra ribelli e i lealisti hanno causato la morte di
almeno 12 civili.
Proseguono contemporaneamente i raid della coalizione sunnita.
Diversi attacchi aerei hanno colpito a Khormaksar appostamenti houthi.
Attacchi che, stando ad alcune fonti locali, non avrebbero però causato
grossi danni ai tank dei ribelli sciiti (della corrente dello zaidismo).
L’obiettivo degli houthi sarebbe quello di avanzare verso il
quartiere di at-Tawahi nella parte occidentale della città, dove ci sono
il palazzo presidenziale, il quartiere generale della sicurezza e le
stazioni televisive.
Lunedì scorso, inoltre, gli houthi
avevano fatto irruzione nell’ospedale repubblicano di Aden obbligando lo
staff medico dell’ospedale (tra cui anche i dottori della Croce Rossa) a
lasciare la struttura sanitaria. Da settimane la seconda città del
Paese è teatro di duri scontri tra le forze ribelli sciite (aiutate
dall’ex presidente Ali Abdullah Saleh) e i lealisti del deposto
presidente Hadi. I combattimenti continuano anche a Taiz (200 chilometri
a nord di Aden) dove la coalizione sunnita ha inviato armi ai
combattenti delle tribù locali nel tentativo di sconfiggere agli houthi
presenti in città. Raid aerei sono stati segnalati ieri anche ad Hajja,
Ibb, al-Bayda e, soprattutto, nel governatorato di Sa’ada, il fortino
dei ribelli.
Ma l’aiuto dell’alleanza sunnita
in chiave anti-houthi non riguarda solo gli armamenti. Secondo quanto
riferisce una fonte anonima alla Reuters, a inizio settimana un gruppo
di 300 combattenti provenienti da alcune tribù è stato addestrato in
Arabia Saudita per poi essere dispiegato nel distretto di Sirwah
(nel centro del Paese) per combattere i combattenti zayditi.
Quest’ultimi, che controllano da settembre la capitale Sanaa dove aver
chiesto un governo più inclusivo, continuano a rappresentare una grossa
minaccia per Riyad e i suoi alleati. I sauditi e i Paesi del Golfo
temono che la loro avanzata possa accrescere l’influenza del nemico
Iran nella regione. Tehran, però, nega qualunque sostegno ai ribelli
sciiti.
Mentre la pace continua ad essere una chimera, non cessa il numero di morti. Secondo un rapporto dell’Onu, dalla fine di marzo (data di inizio dei raid sunniti) sono morte nel Paese almeno 1.080 persone, la maggior parte delle quali a causa delle bombe della coalizione. Sono 12 milioni gli yemeniti affamati o che hanno difficoltà a trovare cibo. Un aumento del 13% rispetto a prima della guerra.
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