Il Fronte al Nusra, il ramo siriano di al Qaeda, continua ad avanzare nel distretto di Iqlib
costringendo ad arretrare l’esercito governativo siriano. Un’azione che
è parallela a quella dello Stato Islamico nelle regioni settentrionali e
che prosegue anche nella Siria meridionale dove i qaedisti alleati con
il “Fronte meridionale” (una galassia di gruppi
islamisti di varie tendenze) controllano ancora Deraa, la zona a ridosso
del Golan e sono riusciti ad arginare l’offensiva lanciata nei mesi
scorsi dell’esercito siriano per riprendere i territori perduti a sud di
Damasco fino alla frontiera con la Giordania.
Alla guida dell’ “Esercito della Conquista”, la
coalizione di forze jihadiste e islamiste radicali alleate del
cosiddetto Esercito libero siriano (la milizia dell’opposizione siriana
finanziata e armata dall’Arabia Saudita, il Qatar e altri paesi arabi e
occidentali), al Nusra nei giorni scorsi ha conquistato l’importante
cittadina di Jisr al Shughur, un successo persino più
importante della precedente presa di Idlib, poiché apre la strada ai
qaedisti verso la regione di Latakiya, sul mar Mediterraneo, storica
roccaforte dei governativi.
Fonti locali hanno riferito di aver visto, dopo la vittoria di al Nusra, decine
di corpi di soldati e miliziani filo Damasco sparsi per le strade di
Jisr al Shughur ma anche dell’esecuzione di oltre 20 prigionieri da
parte dei militari siriani prima di ritirarsi dalla cittadina. A
ciò si aggiungono i bombardamenti che l’aviazione governativa ha
compiuto su e intorno alla città nel tentativo di favorirne la
riconquista da parte dell’esercito e che, sempre secondo fonti locali,
avrebbero fatto diverse vittime civili oltre ad uccidere una ventina di
miliziani islamisti.
Gli esperti giudicano i recenti successi di al Nusra e dei
suoi alleati frutto di un maggiore coordinamento tra le varie forze
jihadiste e chi le finanzia e soprattutto le arma. La prestigiosa rivista Foreign Policy spiega che il Fronte al Nusra e i suoi alleati hanno messo in piedi un efficiente
comando militare congiunto e riferisce dei “buoni risultati” che stanno
dando gli addestramenti dei miliziani anti-Damasco avviati dagli Stati
Uniti in territorio turco.
Altre fonti riferiscono invece della “consulenza” che gli agenti
segreti e i consiglieri militari di diversi Paesi, occidentali e arabi,
stanno offrendo ai miliziani sia sulla pianificazione e realizzazione
degli attacchi contro le forze governative sia sull’utilizzo delle armi
più sofisticate che vengono consegnate ai gruppi islamisti.
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