Ieri in occasione dei festeggiamenti del 67esimo anno della fondazione dello Stato ebraico, Tel Aviv ha ricevuto una lettera di auguri da parte dell’Esercito Libero Siriano (Els). Nel suo messaggio al governo israeliano l’Els, formazione sostenuta dall’occidente nella lotta contro il presidente siriano Bashar al-Asad, ha espresso la speranza che l’anno prossimo le celebrazioni dell'”indipendenza” israeliana potranno avere luogo anche nella futura ambasciata israeliana a Damasco.
“Ci congratuliamo con il potente Stato
d’Israele e con il suo popolo nell’anniversario dell’indipendenza
sperando che l’anno prossimo potremmo partecipare alla gioia della
grande occasione nell’ambasciata israeliana a Damasco” si legge nel
messaggio dell’ufficiale di politica estera della formazione ribelle
siriana, Mousa Ahmed Nabhan. Secondo il giornale israeliano Ma’ariv, la
lettera sarebbe stato ricevuta dall’attivista politico druzo Mendi
Safadi, in passato assistente parlamentare di Ayoub Kara (Likud).
Una dichiarazione clamorosa
considerando il fatto che la Siria non ha mai avuto relazioni
diplomatiche con lo Stato ebraico. Ma che non sorprende affatto:
da quando è iniziata la guerra civile siriana, l’Els ha chiesto il
sostegno israeliano per la sua campagna militare contro il regime di
al-Asad, ufficiali ribelli hanno viaggiato in Israele incontrando
vertici militari dello stato ebraico e un numero imprecisato di
combattenti siriani (secondo alcuni commentatori israeliani stimato in
alcune centinaia) è stato curato in Israele. Alcuni membri della
Coalizione nazionale siriana (braccio politico dell’Els) hanno più volte
proposto la cessione della parte siriana del Golan [secondo la comunità
internazionale l’altra è stata annessa illegalmente da Israele nel
1981, ndr] a Tel Aviv nel caso in cui quest’ultima aiutasse in modo
consistente l’Esercito siriano libero a sconfiggere le truppe di
al-Asad. I rapporti sempre più stretti e quotidiani tra le forze
moderate siriane e gli israeliani sono stati poi rivelati a dicembre in
un rapporto dell’Onu presentato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite.
L’esercito libero siriano è considerato
dalla comunità internazionale il braccio armato dell’opposizione
moderata al governo di al-Asad. Sebbene sia sostenuta dagli occidentali,
il gruppo ha perso peso in Siria dove organizzazioni fondamentaliste
come lo “Stato islamico” e qaedisti come an-Nusra controllano ormai
molti dei territori prima in possesso dell’Els. I ribelli moderati
controllano ancora alcune zone di Aleppo e poche aree settentrionali del
Paese. Tuttavia, secondo alcuni analisti, il gruppo potrebbe implodere
perché troppo debole rispetto alle formazioni jihadiste (come an-Nusra e
Stato islamico) e ai lealisti di Asad.
Fonte
Quando si dice la mistificazione della realtà...
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