Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

13/10/2015

Iran - Via libera del Parlamento all'accordo sul nucleare

E’ ancora tutta in salita la strada per l’implementazione dell’accordo sul nucleare iraniano. Perché, sebbene il Parlamento di Teheran abbia approvato l’intesa con 161 voti su 290, il plico è stato mandato al Consiglio dei Guardiani della Costituzione, organo composto da 12 religiosi scelti per metà dalla Guida Suprema e per metà dal Parlamento, che ha il potere di rigettare l’intesa e rimandarla al Parlamento. E non è escluso che lo faccia.

Il Consiglio avrà il compito di appurare che l’accordo siglato lo scorso 14 luglio dopo due anni di sforzi diplomatici sia compatibile con la Costituzione. Ardua prova, dal momento che non pochi – sia nel Parlamento che fuori – sostengono che sia necessario porre dei limiti alle visite degli ispettori dell’AIEA, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, nei siti nucleari e militari iraniani. Un braccio di ferro, quello sulle ispezioni negli impianti della Repubblica Islamica, che continua anche dopo la firma dell’intesa. E che ha portato a una precisazione nel ddl della natura e della modalità delle suddette ispezioni.

Nel disegno di legge appena approvato dal Parlamento, infatti, si legge che gli ispettori dell’AIEA avranno bisogno dell’autorizzazione del Supremo Consiglio per la Sicurezza Nazionale prima di visitare i siti militari: un Consiglio nominato sì dal presidente, ma le cui decisioni devono sempre ottenere l’approvazione della Guida Suprema. Un ostacolo in più per tutti quelli che nelle cancellerie occidentali credevano si potesse piombare a caso negli impianti di un paese sovrano senza prima dover chiedere il permesso di visitarli. Inoltre, il disegno di legge approvato dal Parlamento stabilisce che l’Iran dovrà riprendere le proprie attività nucleari – ora ridimensionate dall’intesa con il 5+1 – se le sanzioni internazionali non venissero sollevate come concordato. 

Scontato, quindi, che la sessione di votazione fosse piuttosto turbolenta. Come riporta l’AP, infatti, l’ala dura dei conservatori in Parlamento ha cercato in tutti i modi di evitare la discussione sul ddl, dichiarando che la Guida Suprema Ali Khamenei non sostenesse l’accordo e sollevando numerosi interrogativi sui dettagli dell’intesa per cercare di posticipare la votazione. A monte stanno le elezioni parlamentari del prossimo febbraio e il tentativo di voler indebolire l’amministrazione moderata di Hassan Rohani.

Il presidente, comunque, sembra aver vinto su tutti i fronti. Già nel voto parlamentare preliminare di domenica, infatti, il ddl sull’accordo di Vienna aveva avuto il via libera di 139 legislatori su 253 presenti in aula. Stamane, le voci favorevoli sono diventate 161, a fronte di 59 contrari, 30 astenuti e 40 assenti. Oltre ad aver incassato a fatica uno storico accordo che mette fine all’isolamento economico della Repubblica Islamica, Rohani è riuscito a riportare l’Iran tra gli interlocutori di Washington in Medio Oriente, come testimonia il recente incontro tra il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri Mohamad Javad Zarif in merito al conflitto siriano.

Teheran, stretta tra il controllo della comunità internazionale e il suo ritrovato spazio di primo piano nello scacchiere internazionale, si gode l’autonomia che è riuscita a ritagliarsi: domenica scorsa ha testato un nuovo missile balistico di precisione, missile che Israele ha subito piagnucolato sarà rivolto contro di lui. E lo ha fatto sfidando una risoluzione delle Nazioni Unite che vieta all’Iran di sviluppare missili in grado di utilizzare una testata nucleare.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento