Gli Stati Uniti hanno inviato una nave da guerra - il caccia Uss Lassen - nel Mar della Cina del Sud, a 12 miglia nautiche dalle isole artificiali costruite da Pechino a ridosso delle isole Spratley e che vengono ritenute dalla Cina come suoi confini territoriali. Lo ha confermato un funzionario del Dipartimento della Difesa citato dalla stampa americana, sottolineando che gli Usa non hanno avvertito Pechino dell'ingresso della nave da guerra perchè farlo avrebbe voluto dire indebolire il messaggio che volevano inviare. ''Non e' necessario consultare nessuno quando si esercita il diritto della libera navigazione in acque internazionali'', ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby. La Cina reclama da anni le isole Spratley nel sud e nell'est del Mar Cinese e il progetto delle isole artificiali aveva sollevato critiche da parti di diversi paesi asiatici (Taiwan, Malaysia, Filippine, Vietnam) che si oppongono alle rivendicazioni cinesi.
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha ammonito gli Stati Uniti a non "creare problemi dal nulla" nel Mar della Cina Meridionale, ma gli Usa hanno annunciato che le loro navi da guerra si avvicineranno ad alcune delle isole artificiali costruite da Pechino. "Stiamo verificando", ha risposto Wang Yi interrogato nel corso di un seminario. "Se e' vero, avvisiamo gli Usa di pensarci due volte prima di intraprendere quest'azione", ha aggiunto. Funzionari statunitensi hanno però confermato che la nave americana, la Uss Lassen, è già entrata nella zona "esclusiva" dichiarata dalla Cina nell'arcipelago delle Spratiley. Azioni analoghe, volte a garantire la "libertà di navigazione" potranno essere intraprese nei prossimi giorni, hanno aggiunto fonti militari statunitensi. Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, parlando in generale della necessità di difendere la libertà di navigazione ha invece affermato nelle ultime ore che “si tratta di un principio di importanza cruciale, specialmente nel Mare Cinese Meridionale, perchè ci sono miliardi di dollari di commercio e forse più che ogni anno passano attraverso quella regione del mondo. Assicurare la libertà dei flussi di interscambio è essenziale per l'economia globale”.
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